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Economia, la nautica è la quinta azienda della Sardegna con un valore generato di 1,9 miliardi di euro e 12500 imprese


L’età dell’oro blu. La nautica rappresenta un segmento dell’economia della Sardegna in crescita esponenziale, strategico per il futuro e con un potenziale enorme da sfruttare già nel presente. Un dato che appare di estrema evidenza, visto che l’isola ha tutto per emergere vista la sua posizione al centro del Mediterraneo. Ma che, soprattutto in passato, ha spesso scontato la mancanza di infrastrutture adeguate. Nonostante questo, gli investimenti crescono e i risultati si vedono. La nautica si posiziona come la quinta azienda in Sardegna, considerata nel complesso delle sue attività, per fatturato, generando oltre 400 milioni di euro e dando lavoro in modo diretto a 2.250 addetti. L’economia del mare della Sardegna, secondo i dati diffusi dall’istituto Tagliacarne, vale 1,9 miliardi di euro, con 12.500 imprese del settore e quasi 40mila occupati, considerando ovviamente il ricco indotto di attività ricettive, logistica e servizi.

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In Gallura sono presenti il 37% dei posti barca totali della Sardegna e il 60% dei posti riservati ai superyacht. Numeri che attestano un primato indiscutibile nel settore della nautica, mentre Cagliari resta in testa per le merci, il settore croceristico e punta a recuperare posizioni sulla cantieristica con il grande investimento sul waterfront di via Roma. La Gallura ha, infatti, 6.786 posti barca, con Olbia in testa con 2.400 posti e Arzachena subito dopo con 700 posti. Il nord est della Sardegna, dunque, conferma il ruolo guida ormai consolidato, sia in chiave di industria per la produzione e il refit di barche e yacht, sia come destinazione per i superyacht, con la Costa Smeralda che è una delle principali aeree al mondo per questo segmento di lusso. Le aziende che si occupano di nautica sono 1885, con 370 società di capitali, per un’industria che rappresenta la quinta della Sardegna per ricavi dopo Saras, Sarlux, Fiumesanto e Fratelli Ibba. L’ultimo studio condotto da UniOlbia e Cipnes Gallura, in collaborazione con la Direzione marittima di Olbia, basata su dati satellitari, una delle prime in Italia, ha monitorato i movimenti di yacht e superyacht lungo le coste galluresi nei mesi di giugno, luglio, agosto e settembre 2024. Lo studio ha identificato 4.619 yacht e superyacht unici, che hanno frequentato almeno una delle sette principali aree costiere monitorate. Considerando gli yacht che hanno visitato più zone, il numero totale di passaggi nelle sette aree monitorate è di 11.383 frequenze. La distribuzione per area evidenzia come la Gallura faccia la parte del leone, con in testa Costa Smeralda e arcipelago di La Maddalena, ma non sono da meno Porto Rotondo e località emergenti come San Teodoro e Golfo Aranci, oltre Palau e Santa Teresa.

Il turismo nautico di lusso rappresenta una delle componenti più rilevanti dell’economia gallurese. Ogni superyacht (oltre i 30 metri) genera una spesa giornaliera significativa, tra manutenzione, approvvigionamenti, servizi portuali, equipaggi e ospiti a bordo. Secondo i dati elaborati da The House Ambrosetti per Genova for yachting, il costo giornaliero di gestione e spesa sul territorio di un superyacht varia in base alla lunghezza. Applicando questi parametri alla flotta identificata in Gallura, lo studio ha stimato un impatto economico complessivo giornaliero di 4,2 milioni di euro. Se un superyacht di lunghezza tra i 36 e 50 metri, con 56 unità di equipaggio, può arrivare a “produrre” 356 mila euro al giorno, nel caso di un gigante del mare, di lunghezza superiore ai 90 metri, crea valore per quasi un milione di euro al giorno. Delle 4.619 imbarcazioni monitorate, 204 sono superyacht noti, identificati attraverso il sito Internet specializzato Superyachtfan.com. La lunghezza media dei superyacht presenti in Gallura è di 64,36 metri, con il più grande identificato nello studio, il lussuoso Eclipse, che misura ben 162 metri.

Il valore complessivo dei superyacht presenti è stato stimato in 16,35 miliardi di dollari. Il patrimonio totale dei loro proprietari, secondo le referenze della rivista internazionale Forbes, supera i 1.780 miliardi di dollari. Nel primo semestre del 2024, le esportazioni del settore nautico della Sardegna hanno registrato un forte incremento, raggiungendo quota 12,9 milioni di euro (+198%). Di questi, 9,9 milioni sono stati destinati alla Francia e 1,5 milioni agli Stati Uniti. Il risultato segna un aumento significativo rispetto ai 4,3 milioni del primo semestre 2023, quando le esportazioni includevano 1,2 milioni verso gli Emirati Arabi Uniti e un milione verso il Regno Unito. Gran parte dell’export è attribuito alla provincia di Sassari e Olbia, che ha contribuito per 10,6 milioni di euro.

La Sardegna si candida così a diventare un laboratorio per il turismo nautico del futuro, puntando su sostenibilità, digitalizzazione e integrazione tra mare e terra. È quanto emerge dallo studio condotto dal dipartimento di Scienze economiche e aziendali (Disea) dell’Università di Sassari, in collaborazione con Federagenti, la Capitaneria di porto di Olbia e di Cagliari, finanziato dalla Regione. L’indagine ha analizzato lo stato attuale dello yachting e dei porti turistici dell’isola, individuando strategie per sviluppare un settore che, nonostante la presenza di oltre 3.500 aziende e utili per 15 milioni di euro nel 2023, ha ancora margini di crescita significativi. Lo studio ha censito più di 100 strutture portuali, concentrandosi su quelle in grado di ospitare yacht di oltre 25 metri. Sebbene la Sardegna disponga di marine moderne e attrezzate, emerge un problema di collegamento con le aree interne, che limita la creazione di un indotto economico più ampio. Per superare questo limite, lo studio propone una piattaforma digitale basata su tecnologia blockchain per connettere: produttori locali di eccellenze agroalimentari e artigianali; fornitori di servizi per il turismo e lo yachting e operatori portuali e addetti alla nautica da diporto. Questa innovazione permetterebbe di trasformare la Sardegna in una destinazione esperienziale, mettendo al centro le persone e le loro passioni, e creando un ponte tra chi naviga e chi vive sulla terraferma. 



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