L’attuale sistema alimentare globale responsabile di un oltre un terzo dei gas serra, del 90% della deforestazione tropicale, di oltre l’80% della perdita di biodiversità ed è collegato a un drammatico aumento del rischio di malattie zoonotiche. Per questo il Wwf Italia ha organizzato oggi un convegno dedicato al sistema agroalimentare e in particolare ha presentato un report dal titoloun report dal titolo. “Agricoltura rigenerativa. Cos’è, cosa non è e come metterla in pratica”. Punto di partenza del ragionamento è che trasformare i nostri sistemi agroalimentari è oggi essenziale per affrontare le principali sfide globali, quali il cambiamento climatico, la diminuzione della biodiversità, l’insicurezza alimentare e i rischi di future pandemie. Per favorire la transizione ecologica dei sistemi alimentari, esistono numerosi approcci e modelli agricoli differenti. E tra questi, il modello dell’agricoltura rigenerativa è sempre più adottato da chi si impegna verso un metodo agroecologico.
Il convegno svolto oggi presso la sede del Parlamento europeo a Roma è servito al Wwf per presentare la propria idea di agricoltura rigenerativa nell’ambito della Visione al 2040 dell’agricoltura e dell’alimentazione presentata dalla Commissione Ue il 19 febbraio scorso e per contribuire al dibattito pubblico sulla giusta transizione ecologica dell’agricoltura, fornendo informazioni utili per distinguere gli approcci coerenti con l’agroecologia da pratiche scorrette di “greenwashing”.
Il punto è come invertire la perdita di biodiversità e limitare le cause e gli effetti del cambiamento climatico, garantendo al contempo il diritto fondamentale a un’alimentazione sana e nutriente per oltre 8 miliardi di persone, raggiungendo gli obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dalle Nazioni Unite. Il Wwf riconosce che esistono molti approcci e modelli di riferimento diversi di agricoltura per realizzare la trasformazione dei sistemi agroalimentari. Soluzioni diverse sono necessarie in contesti diversi, ma per il Panda gli approcci agroecologici, che applicano principi ecologici e sociali alla produzione agricola, sono il riferimento prioritario per questa trasformazione.
L’agricoltura rigenerativa viene oggi proposta come la soluzione per ottenere sistemi agroalimentari sostenibili ma, mancando una definizione scientifica formale, chiara e condivisa, il termine è soggetto a interpretazioni molto diverse tra i vari attori del settore, con un conseguente elevato rischio di “greenwashing”. Sebbene vi sia una convergenza generale sugli obiettivi, come il miglioramento della salute del suolo e degli agroecosistemi, questi elementi da soli non bastano a delineare un modello di agricoltura rigenerativa pienamente coerente con i principi dell’agroecologia.
Per il Wwf l’agricoltura rigenerativa può essere considerata come una tappa del processo trasformativo dei sistemi agroalimentari verso modelli più sostenibili, un processo che può essere graduale o repentino restando funzionale a una giusta transizione ecologica dell’agricoltura. Diventa “greenwashing” quando l’uso del termine “rigenerativo” è utilizzato, in modo fuorviante, per mascherare pratiche agricole dannose per l’ambiente e le persone. Vari approcci all’agricoltura rigenerativa si focalizzano sulla dimensione ambientale della sostenibilità, che include temi come migliorare e potenziare la salute del suolo, ottimizzare la gestione delle risorse, alleviare il cambiamento climatico, migliorare il ciclo dei nutrienti e la qualità e la disponibilità dell’acqua.
Pochi approcci all’agricoltura rigenerativa comprendono anche una dimensione socioeconomica per migliorare la salute umana e migliorare la prosperità economica delle comunità rurali. Per il Wwf l’agricoltura rigenerativa si basa sul ripristino e la conservazione della salute del suolo, con l’obiettivo di migliorare e supportare il mantenimento di molteplici servizi ecosistemici – di approvvigionamento, regolamentazione e supporto – contribuendo così al miglioramento non solo ambientale, ma anche sociale ed economico della produzione agroalimentare. La sfida che ci attende consiste nel rendere i sistemi agroalimentari più resilienti ed efficienti, senza oltrepassare la capacità di carico degli ecosistemi e del pianeta, così da soddisfare i bisogni alimentari e nutrizionali delle generazioni presenti e future.
Ciò, sottolinea il Panda, richiede un cambiamento di paradigma: dalla massimizzazione della produzione a spese della natura all’agricoltura “Nature positive” basata sulla biodiversità. In questo contesto, il Wwf propone i principi guida per promuovere una vera agricoltura rigenerativa in Europa:
1) ridurre al minimo l’alterazione fisica, biologica e chimica del suolo con la minima lavorazione, vale a dire ridurre le lavorazioni del terreno fino alla semina diretta sul terreno sodo;
2) ampie rotazioni e ricche consociazioni;
3) mantenere il suolo coperto da vegetazione o altro materiale naturale con colture di copertura, vale a dire piante coltivate da inserire tra una coltura principale e l’altra;
4) aumentare la biodiversità di specie vegetali e animali in superficie e microbiche nel suolo;
5) uso di biostimolanti, anche di autoproduzione aziendale;
6) integrare animali e le piante all’interno dell’azienda agricola, ad esempio tramite allevamento estensivo con pascolo turnato agroforestry e compostaggio;
7) forte riduzione dei prodotti chimici di sintesi (pesticidi e fertilizzanti).
Tutto questo per raggiungere gli obiettivi di miglioramento della salute del terreno, di miglioramento della qualità degli alimenti prodotti, di mantenimento del reddito aziendale, di riduzione degli impatti sulle risorse a partire dalla emissione dei gas serra.
Purtroppo ancora oggi non esiste un sistema di certificazione agroecologica che permetta ai consumatori di riconoscere i prodotti provenienti da agricoltura rigenerativa, e per questo il Wwf ritiene fondamentale definire criteri condivisi per una certificazione standard della sostenibilità delle filiere agroalimentari a livello europeo.
Il convegno di oggi sull’agricoltura rigenerativa è stato organizzato dal Wwf come tappa della “Carovana dell’Agroecologia” promossa da Aida (associazione italiana di agroecologia), in preparazione del Congresso di Agroecologia del Mediterraneo che si terrà ad Agrigento dal 9 al 12 giugno.
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