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Il piano di trasformazione verde del Giappone « LMF Lamiafinanza


Il piano giapponese di trasformazione verde (Piano GX) è una nuova e coraggiosa strategia volta a incoraggiare la transizione della quarta economia mondiale dai combustibili fossili alle fonti di energia pulita. Un piano di finanziamenti altrettanto ambizioso dovrebbe catalizzare gli investimenti in diverse soluzioni energetiche intelligenti in ambiti quali le energie rinnovabili, le reti elettriche, le automobili e le attrezzature per il risparmio energetico.

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La mossa epocale del Giappone è stata motivata dall’esigenza di decarbonizzare l’economia per contrastare il cambiamento climatico, garantire la sicurezza energetica, stimolare l’innovazione ecologica e favorire una crescita economica rispettosa dell’ambiente. Nonostante i progressi compiuti nei vent’anni successivi alla promulgazione del Protocollo di Kyoto (il primo trattato sul clima legalmente vincolante al mondo), il Giappone si colloca ancora al quinto posto nella classifica delle emissioni complessive e davanti alla Cina in termini di emissioni pro capite.

Il problema risiede in parte nella forte dipendenza dai combustibili fossili (quasi il 100% dei quali è importato) che il Piano GX mira a ridurre tramite generosi investimenti in tecnologie pulite e imposte sul carbonio.

Per realizzare questi obiettivi, nel prossimo decennio saranno raccolti quasi 1.000 miliardi di euro tramite fonti pubbliche e private L’obiettivo iniziale è incentivare le imprese a innovare per avvicinarsi a un percorso di neutralità climatica (net-zero), prima di applicare sanzioni a chi resta indietro.

Il Piano GX è paragonabile all’IRA statunitense

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

L’ampiezza del piano strategico, unita all’eccezionale entità dei finanziamenti (in rapporto al PIL del Paese, è oltre tre volte superiore rispetto all’Inflation Reduction Act (IRA) degli Stati Uniti) dimostra l’impegno credibile del Giappone nell’utilizzare la transizione verso la neutralità climatica per stimolare l’innovazione e la crescita economica futura.

Come nel caso dell’IRA negli Stati Uniti, il Piano GX è pensato per facilitare il passaggio all’energia pulita tramite investimenti nelle rinnovabili, nei veicoli elettrici e nel miglioramento dell’efficienza energetica di edifici e infrastrutture. L’esperienza dell’IRA negli USA suggerisce che l’iniziativa giapponese potrebbe creare dinamiche positive per le aziende di questi settori.

Dall’approvazione dell’IRA, gli investimenti nella produzione e nella diffusione di tecnologie pulite hanno raggiunto i 493 miliardi di dollari, con un aumento del 70% rispetto ai livelli precedenti.  Nel secondo trimestre del 2024 gli investimenti in tecnologie per l’abbattimento delle emissioni hanno rappresentato da soli il 5,5% di tutti gli investimenti privati statunitensi.

Il Giappone emette i primi “titoli di Stato verdi” al mondo

Un aspetto fondamentale della strategia di finanziamento è l’emissione di obbligazioni per la transizione climatica per un valore di 131,5 miliardi di euro nei prossimi dieci anni. Questi transition bond o “green govies” (titoli di Stato verdi) sono finalizzati a mettere in moto il ciclo degli investimenti. Tutti gli altri fondi necessari (circa 855 miliardi di euro) proverranno da finanziamenti privati, dal carbon pricing e da un’imposta sulle importazioni di combustibili fossili.

I proventi dei finanziamenti saranno destinati a varie iniziative verdi, tra cui la decarbonizzazione del settore energetico, il sostegno alle tecnologie rinnovabili e la promozione dell’efficienza energetica negli alloggi e negli edifici. Altri fondi arriveranno in seconda battuta dal carbon pricing e dalle imposte sulle importazioni di combustibili fossili, che dovrebbero spingere ulteriormente le aziende a investire in soluzioni di decarbonizzazione.

La “GX league” e la leadership al servizio della decarbonizzazione

Un’altra peculiarità del Piano GX è la creazione di una “GX League”, un gruppo volontario di quasi 750 aziende giapponesi ad alte emissioni, che sperimenterà il meccanismo di tariffazione delle emissioni per risolvere i problemi prima che diventi obbligatorio nel 2026. Questo gruppo scelto potrebbe dimostrarsi determinante anche per sbloccare gli investimenti nelle strategie di decarbonizzazione da parte dei principali operatori industriali dell’economia giapponese.

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Si tratta di una mossa intelligente, poiché in virtù della sua leadership nelle celle a idrogeno, nelle batterie per autoveicoli, nei semiconduttori e nelle apparecchiature elettroniche il Giappone gode di un vantaggio nell’innovazione e nella diffusione delle soluzioni low carbon in molti settori. Il paese intende far leva sulle sue competenze per decarbonizzare l’economia e dotarsi di un motore a energia pulita che ne favorisca la crescita economica e la leadership in Asia, dove la Cina ha attualmente una posizione dominante.

Secondo il Piano GX, i veicoli elettrici dovranno rappresentare il 20% di tutte le vendite di auto nuove entro il 2030; questo obiettivo dovrebbe comportare notevoli progressi nello sviluppo e nell’adozione di veicoli elettrici, batterie e semiconduttori per auto.

Gli operatori di rete e i relativi fornitori dovrebbero beneficiare dei progetti di ammodernamento ed espansione volti a facilitare l’integrazione delle rinnovabili nonché a soddisfare il crescente fabbisogno energetico dei chip di nuova generazione e dei data center in iperscala. Già nel solo 2024 le autorità locali giapponesi hanno approvato non meno di 27 progetti di batterie e accumulo di energia (BESS) a livello di rete, per un valore di 217 milioni di euro, finalizzati a potenziare le reti di trasmissione da Hokkaido, Tohoku e Tokyo a nord, fino a Chubu, Kansai e Kyushu a sud.

Un altro obiettivo importante del Piano GX è la promozione di ambienti di vita sostenibili, che dovrebbe avvantaggiare le aziende specializzate in materiali edili, prodotti di isolamento e tecnologie di domotica a basso consumo energetico.



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