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Data center, come supportare la crescita con strategie appropriate e di lungo periodo


La continua innovazione e l’adozione di nuove tecnologie stanno alimentando la crescente digitalizzazione di interi settori di mercato.

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Questi elementi, uniti all’espansione degli usi molteplici dell’intelligenza artificiale, stimolano a loro volta la produzione e il consumo di dati il cui volume aumenta esponenzialmente rispetto ai livelli attuali. Con esso aumentano le esigenze elettriche e le conseguenze di sostenibilità.

Senza dimenticare le competenze necessarie per ciascuna di queste aree.

Tutte queste molteplici sfide hanno un unico punto nevralgico abilitante: i data center.

Data center: come supportare le strategie di crescita

Da locali aziendali per ospitare rack e server locali al business, sono soggetti ad un’evoluzione a tappe forzate fino a diventare vere e proprie infrastrutture tecnologiche d’avanguardia su cui poggiare l’innovazione futura.

Inevitabilmente, data l’urgenza per le tempistiche di fattibilità e realizzazione, anche gli investimenti correlati a tale evoluzione, scandiscono la crescita del mercato dei data center e ne costituiscono una ulteriore sfida fra le sfide.

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Su questi temi si è concentrata anche l’attenzione del Mimit e di ACN che recentemente hanno organizzato un seminario on line dal titolo “La sfida dei data center: standard, normative, investimenti e nuove tecnologie”.

Le esigenze legate ai data center

Diversi ostacoli significativi, potrebbero rallentare lo sviluppo del settore dei data center se non saranno considerati all’interno di un piano pluriennale che tenga conto delle diverse dimensioni coinvolte.

Tra i più urgenti vi sono i colli di bottiglia nelle infrastrutture elettriche, i vincoli della catena di approvvigionamento, il tema della potenza di calcolo e il crescente impatto ambientale dei data center, ma anche delle capacità tecniche delle risorse umane e naturalmente le strategie economiche a supporto di ciascuno dei punti precedenti.

Tipologie di data center

Un’ulteriore variabile da tenere in conto riguarda le tipologie di data center da indirizzare che manifestano complessità crescenti: Enterprise, Collocation e Hyperscaler.

Nel primo caso, supportano le esigenze aziendali e non sono disponibili per investitori esterni.

Nel secondo tipo più tenant condividono un data center. Inoltre, in un modello retail, i tenant noleggiano rack o cabinet in un data center come contratto di servizio che include il consumo di energia e il raffreddamento.

Infine, nel terzo caso, si tratta di data center ad alta capacità progettati per soddisfare i requisiti tecnici e di sicurezza significativamente più elevati delle più grandi aziende tecnologiche.

Quale che sia il tipo di data center, la scala di esigenze non può che crescere insieme al prezzo.

 

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Naturalmente il mercato degli Hyperscaler traina sia a crescita e gli investimenti più significativi, sia quella legata alla dimensioni degli impianti, al loro assorbimento elettrico, alle esigenze di raffreddamento e al riverbero sulla sostenibilità ambientale, al loro assorbimento elettrico, alle esigenze di raffreddamento e al riverbero sulla sostenibilità ambientale.

Le esigenze della potenza calcolo, infrastrutture elettriche, investimenti

Una pubblicazione Goldman Sachs stima che le esigenze energetiche legate ai data center fra energia e gas richiederà investimenti da parte delle utility per 50 miliardi di dollari in nuova capacità di generazione di energia coinvolgendo le rinnovabili.

Boston Consulting Group arriva a stimare nel lasso temporale di 5 anni (dal 2025 fino al 2030) un’esigenza ancora più massiccia pari a 1,8 trilioni di dollari per soddisfare la domanda globale di potenza di calcolo legate alle tecnologie ad alta intensità di dati come per esempio l’edge computing.

Inoltre, un’eventuale ampia adozione di paradigmi di inferenza come il ragionamento basato sulla catena di pensiero (Chain of Thought-CoT), che richiede un’elaborazione in più fasi per ogni richiesta, potrebbe innescare una crescita più rapida delle esigenze di potenza di calcolo.

Anche le applicazioni dell’AI generativa richiedono risorse di calcolo ed in particolare l’addestramento dei modelli GenAI, richiede elaborazione parallela su larga scala e comunicazioni ultraveloci tra server centralizzati per addestrare in modo efficiente modelli con miliardi o addirittura trilioni di parametri.

Lo studio di BCG stima una domanda globale di energia per i data center in crescita di circa il 16% su base annua composta, dal 2023 al 2028, ovvero il 33% in più rispetto al periodo 2020-2023, raggiungendo circa 130 GW entro il 2028.

Data center, l’indagine di McKinsey

La ricerca McKinsey sullo stesso argomento, invece, suggerisce che la domanda globale di capacità dei data center potrebbe aumentare a un tasso annuo compreso tra il 19 e il 22% dal 2023 al 2030, raggiungendo una domanda annua compresa tra 171 e 219 gigawatt (GW) fino ad un possibile aumento della domanda del 27%, raggiungendo i 298 GW.

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Se si confronta con l’attuale domanda di 60 GW, ci si rende conto del livello di deficit. A far saltare sulla sedia gli investitori è l’esigenza di quello che manca: realizzare il differenziale significa, infatti, arrivare ad almeno il doppio della capacità dei data center realizzati dal 2000, in meno di un quarto del tempo.

Una questione non da poco, in termini di fattibilità.

Soluzioni immediate

Accordi fra operatori di data center e utility permettono di investire proattivamente negli aggiornamenti della rete energetica offrendo contratti “take-or-pay” o garanzie finanziarie, che riducono il rischio di ingenti spese a fronte di contrazioni della domanda.

Alternativamente i grandi consumatori di energia elettrica potrebbero “raggruppare la domanda” tra le regioni, cosi’ da raggiungere una domanda sufficiente e stabile tale, da giustificare nuovi investimenti su larga scala.

Esigenze nella catena di approvvigionamento

La catena di approvvigionamento per i materiali costituenti di ogni apparato contenuto nei data center e per ogni sistema secondario (raffreddamento, condizionamento, antincendio, allarmistica, sensoristica eccetera) è diventata una priorità per gli stakeholder e investitori che cercano un accesso tempestivo alle risorse necessarie.

Esempi significativi riguardano non solo i chip con i ben noti problemi di disponibilità, ma anche i tempi di consegna per l’approvvigionamento di apparecchiature critiche come i generatori di backup che richiedono non più attese di mesi, ma, secondo BCG, di anni.

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Ma si può guardare anche alle difficoltà di fornitura per i sistemi di alimentazione e raffreddamento le infrastrutture di rete e la forza lavoro edile.

Acquisti in blocco e stoccaggio centralizzato per ogni tipo di materiale necessario, sembrano soluzioni capaci di ridurre fino a 6 mesi i tempi di fornitura.

Ma anche le partnership con i fornitori possono anche svolgere un ruolo strategico, garantendo una pianificazione di ordinativi e consegne conveniente sia sul fronte di chi vende che di chi acquista.

Sostenibilità ambientale da mantenere nell’equazione

La sostenibilità ambientale si fa critica, se si pensa che la domanda di energia per i prossimi cinque anni assume contorni di portata storica (ricordando la stima massima di 298 GW della ricerca McKinsey), perché è un’espansione mai richiesta fino ad ora, nel lasso di un quinquennio.

Il ricorso alle energie è quindi necessario su tutti i fronti disponibili: l’eolico e il solare, l’accumulo di energia tramite batterie e per chi lo adotta, il nucleare convenzionale.

Ma poiché i data center evoluti richiedono una fornitura energetica continua e ridondante, la generazione basata su combustibili fossili si ripresenta come vantaggio economico rispetto alle energie rinnovabili, tenendo conto dei requisiti di accumulo.

Data la monumentale esigenza energetica, per bilanciare l’impatto climatico potrebbe non bastare l’acquisizione di crediti per l’energia rinnovabile e la stipula di contratti di acquisto di energia rinnovabile (PPA) con i produttori di energia rinnovabile.

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Sarebbe infatti utile investire in tecnologie climatiche emergenti (piccoli reattori modulari e la geotermia potenziata per citare due esempi) catalizzando il cambiamento mediante coalizioni che puntino cambiamenti politici e normativi a livello locale e sforzi coordinati verso la sostenibilità ambientale.

Recuperare le risorse specialistiche

Per quanto riguarda la forza lavoro, la specializzazione in ciascuno dei settori sfidanti (energetico, ambientale, tecnologico, edile) resta un problema di non facile soluzione: reclutare addetti, impiegati e specialisti o professionisti, soprattutto nelle aree remote, rimane complesso per qualsiasi attore di mercato (operatori di data center, aziende di servizi pubblici e appaltatori specializzati).

Naturalmente oltre ai centri deputati alla formazione le aziende possono farsi parte attiva creando programmi di sviluppo della forza lavoro o meglio ancora sviluppando programmi in collaborazione con istituti scolastici e università, per creare canali diretti di stage retribuito e avviamento e apprendimento supervisionato.

La necessità di un ecosistema più vasto

Non esiste un’unica bacchetta magica valida per tutti i problemi, ma la crescita del settore dei data center dipende dalla collaborazione fattiva di un ecosistema più ampio, in cui la collaborazione e la pianificazione di partnership di lungo corso possono costituire strategie lungimiranti capaci di guidare la trasformazione del settore e distinguere i leader dagli improvvisati.



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