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L’impatto dei dazi, Benkendorf (Vontobel): “Colpiti tecnologia e beni di consumo discrezionali”


Le tensioni geopolitiche e commerciali hanno avuto un impatto sulle prospettive economiche internazionali, generando turbolenza sui mercati finanziari. Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita globale, anche a causa dei dazi imposti dal presidente Usa Donald Trump e dalle misure di ritorsione adottate da altri Paesi. In particolare, l’espansione del Pil globale sarà del 2,8% nel 2025 e del 3% nel 2026, in calo rispetto alle stime del 3,3% per entrambi gli anni formulate a gennaio. I tagli alle previsioni di crescita riguardano gli Stati Uniti (-0,9 punti nel 2025), la Cina (-0,6 punti percentuali in meno nel 2025) e l’Eurozona (-0,2%). “Finora, nel 2025, nuove variabili hanno sconvolto l’ottimismo dei due anni precedenti. I segnali di rallentamento economico sono diventati più evidenti e Trump 2.0 ha portato a una maggiore incertezza politica, in particolare in materia di dazi”, sottolinea a Repubblica Matthew Benkendorf, Cio Quality Growth di Vontobel, facendo notare anche il peso dei cambiamenti geopolitici.

 

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Il sentiment si è raffreddato, e la convinzione di un continuo ciclo di crescita è venuta meno. “Con lo scemare dell’euforia, gli investitori hanno iniziato a orientarsi verso alcuni dei settori meno apprezzati del mercato – spiega l’esperto – Questo ha determinato un cambiamento nella leadership di mercato, con i titoli extra-Usa che per la prima volta in oltre un decennio hanno sovraperformato quelli statunitensi. Le Magnifiche 7 hanno riportato le performance peggiori, mentre i titoli dell’Msci Europe sono stati tra i migliori. I settori più difensivi hanno attirato flussi di capitale, poiché gli investitori temevano la prospettiva di un rallentamento economico o di una recessione”.

Come ha fatto notare l’Fmi nella sua analisi, i rischi di recessione sono saliti dal 25% dello scorso ottobre al 40% al momento attuale. Certo, non sono mancate risposte positive da parte dei mercati nelle scorse settimane, dopo gli annunci della Cina di apertura al dialogo sulle tariffe e le dichiarazioni di Trump sulla possibilità di ridurre i dazi introdotti sui prodotti cinesi. Tuttavia permane l’incertezza, che si è riflessa anche nella corsa all’oro. Il contesto di rallentamento economico, l’imprevedibilità legata alle politiche tariffarie e i timori di guerre commerciali hanno avuto effetti negativi soprattutto su alcuni settori.

I comparti più colpiti

“Guardando all’indice Msci Acwi, sono tre i comparti che hanno sofferto maggiormente. Il settore tecnologico è stato il più colpito dai dazi, e questo ha destato sorpresa in quanto non si pensava che potesse risentirne in modo così pesante. Da ciò possiamo trarre due conclusioni. La prima è che nonostante il grande entusiasmo sul comparto, le turbolenze di mercato che si sono verificate di recente hanno evidenziato che fosse già in una fase di instabilità prima ancora che il sentiment peggiorasse”, fa notare Benkendorf. E aggiunge: “Inoltre, questo ha fatto ricordare agli investitori che anche il settore tecnologico è soggetto a ciclicità e che non è così resistente alla debolezza economica come si tende a credere quando le cose vanno bene. Sebbene i dazi non abbiano un impatto diretto sulla tecnologia, se incidono sulla crescita economica, anche alcuni settori tecnologici possono risentirne. Ad esempio, i segmenti hardware, dei semiconduttori e dei chip, che negli ultimi due anni sono stati tra i più dinamici”.

Un altro comparto che è stato condizionato è quello dei beni di consumo discrezionali, che ha subito un duro colpo, anche se in misura minore rispetto a quello tecnologico. “Questo comprende, ad esempio, il commercio al dettaglio, i beni e le automobili, che risentono dei dazi e del rallentamento economico”, evidenzia il Cio Quality Growth di Vontobel. Infine, è stato colpito anche il segmento dei servizi di comunicazione, che ha registrato un calo modesto: “Questo comprende grandi aziende che hanno subito pressioni, come Alphabet e Meta, ed è per questo che ha registrato una performance debole”. Mentre se si guarda a livello regionale, gli Stati Uniti sono stati i più colpiti.

Per il futuro, Benkendorf ricorda la difficoltà in generale di prevedere l’andamento dei mercati nel breve termine. Tuttavia, fa notare che le prospettive per i mercati statunitense ed europei sono sicuramente più negative che positive, e dato l’attuale livello di incertezza, la volatilità potrebbe aumentare. “Gli investitori, quindi, dovrebbero sempre ricordare la saggezza di Warren Buffet: acquistare aziende eccellenti e mantenerle pazientemente nel lungo periodo – è il consiglio dell’esperto – Questo perché, mentre il breve termine è molto più imprevedibile e soggetto a rischi, le prospettive a lungo termine per le grandi aziende e la crescita economica globale tendono ad essere positive, se si riesce a resistere alla volatilità e a trarne vantaggio”.

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Matthew Benkendorf, Cio Quality Growth di Vontobel 

Le aree su cui puntare

In questo contesto, alcune società e settori potrebbero offrire delle opportunità di investimento. “Le aziende high quality growth nelle tecnologie mediche dovrebbero continuare a beneficiare della resilienza della domanda di questi prodotti, spinta da un recupero dei trattamenti sanitari delle patologie nel post Covid. Continuiamo inoltre a vedere buone opportunità in alcuni segmenti dei beni di consumo di base di alta qualità, dove le aziende hanno una crescita resiliente e un potere di determinazione dei prezzi. Questo vale in particolare per le aziende di alta qualità con brand forti e una domanda di consumo sottostante resiliente”, spiega Benkendorf.

“Ci sono anche buone opportunità in certi settori industriali che non sono particolarmente capital-intensive, ma che operano in aree critiche come i dati, l’analisi dei dati o l’information sharing. Questi settori sono spesso classificati come industriali dal punto di vista economico, ma hanno modelli di business più resilienti. Anche il comparto dei beni di lusso tende ad essere relativamente protetto dagli effetti negativi dei dazi, data la sua struttura e il suo target demografico”.

Attenzione ai cigli grigi

L’attuale scenario economico e geopolitico si caratterizza per una serie di rischi e minacce, la cui portata ed effetti non conosciamo in maniera completa. Non ci sono solo quelli legati a dazi e guerre commerciali, o ancora al protrarsi e all’aggravarsi del conflitto in Ucraina e in Medio Oriente: situazioni che offuscano le prospettive di stabilità e crescita internazionale. “Potenziali ‘cigni grigi‘ (eventi prevedibili, che hanno un impatto significativo sull’economia, ma che potrebbero essere sottovalutati, ndr) riguardano settori che hanno registrato un’esuberanza, come quello tecnologico, dove sono stati effettuati ingenti investimenti che potrebbero o meno tradursi in rendimenti positivi o in una crescita – dice l’esperto – Sappiamo che il pericolo è in agguato nel settore del private equity, che ha prosperato per anni con livelli elevati di leva finanziaria che non sono stati messi alla prova. Negli Stati Uniti si è verificato anche un boom del lending e del private credit, che sono diventati molto popolari, ma ora dobbiamo vedere come affronteranno il ciclo”. Il messaggio di Benkendorf quindi è di prestare attenzione a questo tipo di rischi, e di puntare su aziende solide e di qualità.



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