La branca italiana della società di servizi di consulenza e revisione PricewaterhouseCoopers (PwC) ha studiato la presenza femminile nel mondo fashion, rilevando innanzitutto che nel 2024 meno di 1 ruolo apicale su 3 negli organi societari della moda italiana era occupato da donne. Nei CdA delle aziende associate a CNMI (Camera Nazionale della Moda Italiana) la presenza femminile è del 25,8% (-1,2 punti percentuali rispetto al 2023), nei Collegi Sindacali è del 27,4% (+2,3 punti rispetto al 2023) e tra i Procuratori raggiunge il 35,6% (-1% rispetto al 2023). Inoltre il 69% delle donne manager nelle PMI ha più di 45 anni, solo il 2% ha meno di 30 anni, mentre i manager uomini under 30 sono 7 volte più frequenti.
Non solo: venendo alle PMI artigiane della filiera moda – con 195 di esse che sono state oggetto di un’ulteriore indagine da parte di PwC – si nota che quasi 3 CEO su 4 sono donne, mentre la manodopera femminile nell’industria Tessile-Abbigliamento è del 59,3% nel 2023, +30 punti percentuali rispetto alla media dell’industria manifatturiera (28,9%). Più precisamente, nel Tessile le donne rappresentano il 59,1% degli impiegati, il 45,7% degli operai, il 27,5% dei quadri e il 17,8% dei dirigenti. Nell’Abbigliamento, le donne sono il 73,8% degli impiegati, il 64,3% degli operai, il 45,4% dei quadri e il 31,6% dei dirigenti.
Sono queste le principali evidenze dell’Osservatorio “Donne e Moda: il Barometro 2025”, promosso dall’Ufficio Studi di PwC Italia in collaborazione con “Il Foglio della Moda”, l’inserto mensile di cultura e industria della moda del quotidiano Il Foglio, curato da Fabiana Giacomotti. La ricerca, giunta alla 5°edizione, fotografa la presenza femminile e le mansioni ricoperte dalle donne lungo tutta la filiera del sistema moda, sia in termini quantitativi che qualitativi, e si è basata sugli ultimi dati disponibili di Confindustria Moda e Confindustria Accessori Moda (su 68.135 imprese), con i quali si possono mappare le mansioni della manodopera femminile nell’industria Tessile e dell’Abbigliamento, nel settore Conciario e degli Accessori. Ad essi si sono aggiunte le visure di 106 aziende associate a CNMI per evidenziare la partecipazione femminile negli organi societari.
Sempre secondo l’analisi di PwC, la presenza femminile tra CdA, Collegi Sindacali e Procuratori della moda italiana è aumentata di 2,4 punti percentuali rispetto al 2020 e l’età media delle donne che ricoprono posizioni apicali negli organi societari è di 52 anni, più bassa di oltre tre anni rispetto a quella degli uomini che ricoprono gli stessi ruoli.
Erika Andreetta, Partner PwC Italia EMEA Luxury Community Leader, ha spiegato: “A cinque anni dalla prima edizione dell’Osservatorio Donne e Moda, la presenza femminile negli organi societari delle imprese del settore è aumentata di 2,4 punti percentuali. Restringendo il campo ai soli CdA, l’incremento della partecipazione femminile è stato del 4,5% sul 2020. Questi segnali incoraggianti confermano una crescente sensibilità da parte delle aziende, ma la strada per la parità di genere nella moda italiana è ancora lunga. Risulta evidente l’urgenza di agire centralmente con misure concrete e incentivi che accelerino la competitività delle imprese e ne tutelino, di conseguenza, il capitale umano. Farlo significherebbe mettere il lavoro femminile al centro dell’agenda politica ed economica del Paese, generando un effetto domino positivo: preservazione delle filiere, risorse per welfare e formazione, occupazione qualificata e valorizzazione delle competenze femminili, anche in ambito tecnico e STEM”.
L’occupazione femminile nel Conciario-Accessori
Venendo al settore Conciario e degli Accessori – inclusi i segmenti calzaturiero, pelletteria, pellicceria e concia – le donne rappresentano il 49,6% degli occupati, pari ad una manodopera di 74.353 addette, di cui circa il 10% con un inquadramento contrattuale a tempo determinato. A livello di mansioni, il 70,5% ricopre ruoli operativi, il 27,5% ruoli amministrativi, mentre solo il 2% lavora in posizioni dirigenziali.
Complessivamente l’11,3% delle lavoratrici ha meno di 29 anni, il 17% ha tra i 30-39 anni, il 29% ha tra i 40-49 anni, il 35% ha tra i 50-59 anni e il 7,5% ha oltre 60 anni.
Nelle PMI artigiane quasi 3 CEO su 4 sono donne
Per completare la ricerca sull’occupazione femminile lungo l’intera filiera della moda, il Barometro 2025 di PwC (network di imprese presente in 149 nazioni con oltre 370.000 professionisti impegnati nel settore della revisione, della consulenza e fiscale) include i risultati di un’indagine condotta su 195 piccole medie e imprese (PMI) dell’artigianato italiano associate a CNA Federmoda.
Il 91% delle PMI intervistate dichiara di avere una percentuale di lavoratrici donne pari o superiore al 50% del totale dell’organico nel 2025 (vs. 77% delle PMI nel 2024, 74% nel 2023). Quasi la metà del campione (49%) segnala di avere un CdA a netta prevalenza femminile (vs. 33% delle PMI nel 2024, 39% nel 2023), con oltre il 60% dei membri donne. Nelle imprese artigiane della moda, quasi 3 CEO su 4 sono donne (74%). Tuttavia, nel 64% dei casi le lavoratrici che partecipano al processo decisionale ricoprono più di un incarico amministrativo, riflettendo modelli di governance prevalentemente familiari tipici delle PMI.
Le donne che ricoprono un ruolo dirigenziale lavorano principalmente nei dipartimenti di produzione (19%), amministrazione e contabilità (16%), design (12%) e vendite (10%). Il 69% delle donne in posizioni manageriali nelle PMI della moda ha più di 45 anni, mentre solo il 2% ha meno di 30 anni, dato 7 volte inferiore rispetto alla percentuale di manager under 30 uomini, pari al 14%.
Welfare e work-life balance
Secondo il 22% delle PMI intervistate la maternità è ancora percepita, almeno parzialmente, come un ostacolo all’avanzamento di carriera (vs. 39% nel 2024) e per quasi l’85% dei rispondenti potrebbe essere d’aiuto l’introduzione di strumenti di welfare aziendale per alleggerire il carico sulle famiglie. Tuttavia, più della metà del campione (53%) dichiara di non disporre di alcuno strumento di welfare a sostegno della genitorialità, mentre il 34% riporta di avere orari flessibili in azienda.
La quasi totalità delle imprese afferma di garantire pari opportunità nei processi di selezione e avanzamento, ma solo il 3% delle imprese artigiane intervistate ha inserito obiettivi di diversity & inclusion nei propri piani a lungo termine.
Il 58% delle PMI dichiara di avere almeno una donna con un contratto part time (vs. 52% nel 2024), percentuale che scende al 17% per i contratti part time maschili (vs. 14% nel 2024). Nella grande maggioranza dei casi (75%) le ragioni che determinano la scelta del part-time delle donne riguardano la conciliazione tra vita personale e lavoro.
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