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Newcleo accelera sul nucleare modulare: energia e calore per la manifattura europea


 

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«Produrremo elettricità e calore industriale a costi contenuti. Un grande vantaggio per l’industria manifatturiera, soprattutto per quella hard-to-abate». Parole di Stefano Buono, fisico (ha lavorato al Cern, con Carlo Rubbia) e imprenditore e che ora è Ceo di Newcleo, la scale-up del “nuovo nucleare” fondata da lui quattro anni fa. Newcleo vuole rivoluzionare il settore energetico con lo sviluppo di reattori modulari avanzati, veloci e raffreddati al piombo (LFR), alimentati con combustibile MOX derivato dalle scorie nucleari esistenti. L’obiettivo è ridurre i costi, chiudere il ciclo del combustibile nucleare e contribuire alla decarbonizzazione industriale. Il piano inizia con il completamento del prototipo non nucleare “Precursor” in Italia entro il 2026, seguito dal primo reattore nucleare dimostrativo da 30 MWe in Francia nel 2031.

Il passo successivo sarà l’attivazione del primo impianto commerciale da 200 MWe nel Regno Unito nel 2033. L’azienda prevede poi una continua espansione internazionale. Attualmente la società, sede a Parigi, è presente non solo in Italia ma anche in Svizzera, Regno Unito, Slovacchia e Francia. Occupa più di 1.100 dipendenti, di cui 400 nel Belpaese, ed ha un fatturato di 50 milioni, ottenuto con servizi di ingegneria e produzione di componenti per l’industria nucleare. Peraltro, ha raccolto un capitale di 537 milioni, per un 90% da investitori italiani: al mondo, Newcleo si posiziona al terzo posto per fondi raccolti nel settore. Newcleo inoltre ha stretto alleanze con alcune delle principali aziende italiane, come Fincantieri, Maire Tecnimont, Danieli e Saipem.

I settori che trarranno maggiore beneficio dalla tecnologia di Newcleo includono l’industria chimica pesante, la produzione ceramica e cartaria, che utilizza grandi quantità di calore, e la produzione di idrogeno verde, con un impatto positivo sulla sostenibilità. Anche il comparto navale beneficerà grazie all’autonomia energetica offerta dai reattori modulari.

Come i reattori veloci raffreddati al piombo (lfr) e il combustibile mox possono trasformare le scorie nucleari in una risorsa strategica, garantendo energia competitiva e autonomia energetica a lungo termine

Stefano Buono, fisico (ha lavorato al Cern, con Carlo Rubbia) e Ceo di Newcleo.

Si citavano i reattori LFR: classificati come reattori di quarta generazione, per la precisione utilizzano il piombo liquido come fluido refrigerante, una scelta tecnica che comporta numerosi vantaggi. Il piombo, infatti, presenta una grande stabilità chimica e un punto di ebollizione molto elevato, caratteristiche che permettono al reattore di operare in sicurezza alla pressione atmosferica, eliminando così la necessità di costosi e complessi sistemi di pressurizzazione. Grazie al piombo, i neutroni prodotti dalla reazione nucleare mantengono velocità elevate («spettro neutronico veloce»), consentendo di «bruciare» efficientemente materiali problematici come il plutonio e gli attinidi minori derivanti dalle scorie nucleari tradizionali. Per Newcleo, «la tecnologia dei reattori LFR è stata ottimizzata negli ultimi 20 anni, portando alla realizzazione di un modulo ultracompatto e trasportabile da 200 MWe con miglioramenti nella densità energetica rispetto ad altre tecnologie». Secondo Buono, «questo approccio consente di mantenere bassi i costi complessivi, garantendo energia a prezzi altamente competitivi, inferiori ai 60 euro per megawattora». Si tratta di una soglia economica particolarmente significativa, considerando che attualmente molti settori industriali europei, specialmente quelli più energivori come quelli citati, soffrono per gli alti costi dell’energia. Come si accennava, l’altro pilastro tecnologico della strategia di Newcleo è rappresentato dal combustibile MOX (Mixed Oxide Fuel). Questo particolare combustibile deriva dalla miscela di ossido di uranio e ossido di plutonio, ottenuta attraverso il riprocessamento del combustibile esaurito delle centrali nucleari tradizionali. In questo modo, il MOX permette di recuperare il plutonio contenuto nelle scorie nucleari, riutilizzandolo efficacemente per generare nuova energia.

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Per Stefano Buono, «la combinazione tra reattori LFR e combustibile MOX è una soluzione promettente che affronta insieme le grandi sfide del nucleare: gestione delle scorie, sicurezza, efficienza e sostenibilità economica». È questo approccio che consente di gestire e ridurre uno dei problemi più critici e controversi associati al nucleare: le scorie radioattive. Nelle parole di Buono, il combustibile MOX «permette di riutilizzare molte volte lo stesso combustibile, sfruttando al massimo l’energia contenuta nell’uranio», che nelle centrali nucleari tradizionali viene invece utilizzato soltanto in minima parte. Questa caratteristica offre vantaggi sia dal punto di vista economico sia ambientale, dal momento che, sempre secondo Buono, «con il MOX è possibile sfruttare le grandi quantità di scorie nucleari già presenti in Europa, trasformandole in risorse energetiche strategiche, capaci di garantire secoli di autonomia senza bisogno di nuovo uranio». Si tratta quindi di trasformare un costo e un rischio ambientale in un’opportunità concreta e sostenibile di approvvigionamento energetico. Per Buono «utilizzando i reattori di Newcleo, una città come Roma potrebbe soddisfare il proprio fabbisogno energetico di un intero anno producendo solo 1 metro cubo di scorie all’anno, che rimarrebbero radioattive solo per 250 anni». Questo intervallo temporale rappresenta una significativa riduzione rispetto alle scorie prodotte dagli impianti nucleari tradizionali, che rimangono radioattive per centinaia di migliaia di anni. «Ciò consentirebbe di eliminare la necessità di utilizzare i depositi geologici per la gestione delle scorie», sottolinea ancora Buono, riducendo la spesa e le difficoltà legate allo stoccaggio e alla sicurezza.

Un ulteriore vantaggio per l’industria: il calore residuo dei reattori nucleari per l’efficienza energetica nei settori industriali più energivori, dalla chimica pesante alla produzione di idrogeno verde

I reattori di Newcleo sono una soluzione ad alta efficienza energetica e particolarmente adatta a diversi settori industriali strategici per l’economia europea.

Come si accennava, un altro aspetto cruciale dell’innovazione proposta da Newcleo è rappresentato dall’utilizzo industriale del calore residuo prodotto dai reattori. I reattori veloci raffreddati al piombo, infatti, non si limitano soltanto alla generazione di energia elettrica, ma «producono contemporaneamente una grande quantità di calore residuo, sotto forma di vapore, che può essere utilizzato direttamente in numerosi processi industriali». Questa caratteristica consente di valorizzare ulteriormente il processo produttivo nucleare, rendendo i reattori di Newcleo una soluzione ad alta efficienza energetica e particolarmente adatta a diversi settori industriali strategici per l’economia europea.

Per Buono, «settori industriali come la chimica pesante, la produzione ceramica e la lavorazione cartaria potranno beneficiarne direttamente, favorendo concretamente la decarbonizzazione». Utilizzare il calore residuo prodotto dai reattori consente quindi di abbattere significativamente i consumi energetici primari, migliorando in modo determinante l’efficienza complessiva del sistema. Un’applicazione particolarmente promettente evidenziata da Buono è quella della produzione di idrogeno verde, settore chiave nella strategia europea per la transizione energetica: «Grazie al calore residuo dei nostri impianti, possiamo supportare la generazione di questo gas con processi più efficienti ed economici, riducendo ulteriormente la dipendenza dalle fonti fossili e contribuendo significativamente agli obiettivi climatici europei».

Le applicazioni industriali: focus sul settore navale

Newcleo uffici. I settori che trarranno maggiore beneficio dalla tecnologia di Newcleo includono l’industria chimica pesante, la produzione ceramica e cartaria, che utilizza grandi quantità di calore, e la produzione di idrogeno verde, con un impatto positivo sulla sostenibilità. Anche il comparto navale beneficerà grazie all’autonomia energetica offerta dai reattori modulari.

Si accennava al fatto che una delle applicazioni più innovative della tecnologia di Newcleo riguarda il settore navale, dove l’azienda sta esplorando l’impiego dei suoi reattori modulari nelle grandi navi mercantili, come le portacontainer. Come afferma Stefano Buono, «i nostri reattori modulari sono progettati per alimentare grandi navi per 15-20 anni senza la necessità di rifornimento». Questo significa che una nave, una volta equipaggiata con un reattore Newcleo, sarebbe in grado di navigare per anni senza dover fare scali per il rifornimento di carburante, un vantaggio economico straordinario che potrebbe ridurre notevolmente i costi operativi nel lungo periodo.

Inoltre, il peso relativamente contenuto del reattore rende possibile la sua integrazione nelle grandi navi mercantili. «Attualmente il nostro reattore pesa meno di 800 tonnellate, un valore compatibile con l’utilizzo navale, soprattutto sulle grandi portacontainer», spiega Buono. Questo è un aspetto cruciale, poiché molte navi di dimensioni medio-grandi già trasportano circa 500 tonnellate di motore e carburante, quindi l’aggiunta di un reattore di queste dimensioni non solo è fattibile dal punto di vista tecnico, ma offre anche vantaggi economici e logistici. «Eliminando il carburante fossile, si libererebbe spazio per caricare merci. Ciò significa minori costi logistici, maggiore autonomia e una drastica riduzione delle emissioni di CO₂», aggiunge Buono. Le navi mercantili, infatti, sono tra i principali responsabili dell’inquinamento atmosferico a livello globale, con un forte impatto sulle emissioni di CO₂ e ossidi di azoto. Infine, l’installazione di reattori nucleari modulari sulle navi mercantili renderebbe anche l’intera industria navale più resiliente e autonoma, riducendo la dipendenza dai prezzi volatili del carburante.

Il piano strategico: le tempistiche di sviluppo di Newcleo per il futuro dell’energia nucleare

Enea- Brasimone centre.

«Il nostro obiettivo è passare da prototipi e test a impianti operativi in tempi rapidi», afferma Buono. Si accennava al prototipo Precursor, previsto per l’anno prossimo. In particolare questo prototipo, sviluppato in collaborazione con Enea e situato nel centro di ricerca sul Brasimone in Italia, avrà lo scopo di testare e ottimizzare componenti e sistemi fondamentali per il funzionamento del reattore nucleare. «Precursor è il nostro primo banco di prova, dove valideremo tecnologie cruciali per il nostro futuro sviluppo», spiega Buono, che aggiunge come questo passo sia essenziale per garantire l’affidabilità della tecnologia prima di passare alla produzione su larga scala. Quanto al successivo impianto dimostrativo in Francia, rappresenterà il primo esempio concreto della capacità dell’azienda di implementare la propria tecnologia nucleare in contesti reali. «Il reattore dimostrativo da 30 MWe sarà il nostro primo test su larga scala, un passo fondamentale verso la maturazione della tecnologia», afferma Buono, ribadendo come il progetto francese sia fondamentale per validare la tecnologia dei reattori LFR su impianti operativi. L’esperienza acquisita in Francia fornirà le basi per la successiva fase di espansione, che culminerà con l’apertura del primo impianto commerciale. Quanto al citato primo reattore commerciale da 200 MWe in UK, «il nostro obiettivo è ridurre progressivamente i tempi di realizzazione dei reattori modulari, passando da un periodo di cinque anni a un ciclo produttivo di soli tre anni», spiega Buono.

E poi c’è la Slovacchia. Newcleo ha siglato un accordo con la società statale JAVYS per la costruzione di quattro reattori da 200 MWe nel sito di Bohunice, con un investimento previsto di circa 3,2 miliardi di euro. Stefano Buono sottolinea che «questo sostegno a livello statale alla tecnologia dei nostri reattori e al nostro obiettivo di chiudere il ciclo del combustibile nucleare testimonia il ruolo che i reattori modulari piccoli e avanzati svolgeranno nel garantire il futuro energetico dell’Europa». Questi reattori, che utilizzeranno combustibile MOX prodotto dal riprocessamento delle scorie nucleari esistenti, sono progettati per ridurre drasticamente la necessità di nuovo uranio e contribuire alla sostenibilità del sistema energetico. Per Buono «in Slovacchia, abbiamo trovato un ambiente favorevole alla nostra tecnologia, che mira a risolvere il problema delle scorie nucleari, trasformandole da un rischio ambientale a una risorsa energetica». L’accordo con Jawys rappresenta un passo nella realizzazione di un sistema nucleare più sicuro ed efficiente, che integra l’uso delle scorie come combustibile per generare nuova energia, riducendo significativamente l’impatto ambientale. Il progetto slovacco è visto come un modello che potrebbe essere replicato in altri Paesi europei. «Il modello slovacco può funzionare anche in Belgio, Lituania e Italia, dove sono già disponibili fondi per la gestione delle scorie», dichiara Buono, spiegando come il progetto possa servire da esempio per altre nazioni interessate a soluzioni nucleari avanzate.

Il futuro industriale di Newcleo: produzione modulare e scalabile per un’energia nucleare sostenibile

Newcleo experimental hall Brasimone Enea.

La principale sfida per Newcleo, come sottolinea Stefano Buono, non è tanto di natura tecnica, quanto industriale: «La tecnologia di Newcleo è già ben consolidata, grazie a competenze e conoscenze sviluppate in Paesi con forte tradizione nucleare come Italia e Francia». Ciò significa che l’azienda si sta ora concentrando su un aspetto fondamentale per il successo a lungo termine della sua tecnologia: la costruzione di una filiera produttiva robusta. Come? Quanto alle citate modularità e scalabilità, ci si riferisce alla capacità di Newcleo di progettare reattori di dimensioni più contenute, che possono essere facilmente assemblati e personalizzati per soddisfare diverse esigenze industriali. Questo approccio consente peraltro di espandere o adattare gli impianti nel tempo. In questo modo, Newcleo rende la propria tecnologia nucleare più accessibile.

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Un altro aspetto cruciale di questa strategia è quello della realizzazione delle infrastrutture nei siti più opportuni. «Per alcune applicazioni specifiche stiamo già valutando la possibilità di concentrare le attività produttive vicino ai porti o in aree costiere strategiche», spiega Buono. Questo approccio non solo ottimizza la logistica, ma riduce anche significativamente i tempi di produzione e i costi di integrazione, rendendo il processo ancora più economico e competitivo.

Le collaborazioni strategiche di Newcleo con le grandi aziende: un passo fondamentale verso l’innovazione nucleare

Saipem 12000.

Quanto alle partnership, quelle con Fincantieri e Saipem, per esempio, sono essenziali per lo sviluppo delle citate applicazioni navali dei reattori di Newcleo. Buono evidenzia che «con Fincantieri e Rina stiamo già ottimizzando il design per rendere il reattore più leggero senza perdere potenza o sicurezza», con l’obiettivo di integrare i reattori nelle grandi navi mercantili e contribuire alla decarbonizzazione del settore marittimo. D’altra parte, le alleanze con Maire Tecnimont e Danieli sono altrettanto significative per l’espansione nel settore industriale. Queste collaborazioni permettono a Newcleo di sviluppare impianti per la chimica verde e per la citata produzione di idrogeno, utilizzando il calore residuo generato dai reattori. «Le nostre soluzioni non solo rispondono alle esigenze energetiche, ma favoriscono anche la decarbonizzazione di settori strategici come l’industria chimica», afferma Buono, sottolineando l’importanza di queste alleanze nell’espandere il mercato per la tecnologia di Newcleo.

Inoltre, attraverso queste collaborazioni, Newcleo sta rafforzando il proprio sviluppo tecnologico, migliorando la propria capacità produttiva e acquisendo competenze specifiche da alcune delle aziende industriali più avanzate al mondo.

Le acquisizioni strategiche di Newcleo: rafforzare la capacità tecnologica e industriale

Newcleo ha recentemente realizzato alcune acquisizioni fondamentali per espandere la propria capacità produttiva e tecnologica nel settore del nucleare. Queste acquisizioni sono parte integrante della sua strategia per creare una filiera produttiva integrata e accelerare lo sviluppo dei suoi reattori modulari avanzati. Una delle acquisizioni principali riguarda il gruppo SRS –Fucina, specializzato in ingegneria nucleare e gestione delle scorie, con esperienza in 24 progetti di reattori raffreddati al piombo. Con circa 20mila m² di spazio produttivo, il gruppo rappresenta un nodo cruciale per la capacità di produzione dell’azienda.

Un’altra acquisizione strategica riguarda il Rütschi Group, un produttore di pompe ingegnerizzate per applicazioni nucleari, con sede in Francia e Svizzera. Il gruppo ha oltre 4.000 pompe in funzione in 150 reattori nucleari, principalmente in Europa, e l’acquisizione di questa realtà consente a Newcleo di rafforzare ulteriormente la sua posizione nel mercato delle tecnologie avanzate per il nucleare.

La jv tra Nextchem e Newcleo svilupperà tecnologie per centrali nucleari di nuova generazione. Puntiamo a realizzare entro il 2028 la “conventional island”, cioè tutto ciò che ruota attorno al reattore.

Investimenti e sostegno finanziario: il futuro di Newcleo sostenuto da fondi strategici

Per Buono, «aver raccolto 537 milioni di euro, prevalentemente da investitori italiani, ci rende molto orgogliosi, poiché dimostra una visione condivisa sul futuro energetico del nostro Paese». L’approccio di Newcleo, che integra innovazione tecnologica e sostenibilità, ha suscitato l’interesse di una vasta gamma di investitori, inclusi fondi di venture capital, famiglie industriali storiche, banche e casse pensione, tutti attratti dal potenziale di lungo periodo e dalla sostenibilità dei progetti nucleari avanzati. «Questi fondi ci permettono non solo di realizzare i nostri impianti dimostrativi e commerciali, ma anche di rafforzare la filiera produttiva e di investire in ricerca e sviluppo», spiega Buono.

L’obiettivo futuro di Newcleo è ampliare ulteriormente la sua base di finanziamento, puntando ad attrarre investitori istituzionali europei. Buono ha ribadito l’importanza di espandere la dimensione europea dell’azienda, affermando: «Guardiamo a un futuro in cui saremo un leader del nucleare sostenibile in Europa, creando occupazione qualificata, sviluppando tecnologie strategiche e contribuendo all’indipendenza energetica del Vecchio Continente». Newcleo punta a collaborare con istituzioni finanziarie europee per rafforzare ulteriormente il proprio capitale e sostenere l’espansione della propria tecnologia nucleare in tutta Europa.

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