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Rapporto Economia e Finanza dei Distretti Industriali 2025


Nel biennio 2023-2024 i distretti industriali italiani hanno subito un rallentamento della crescita, ma la competitività è rimasta elevata con un nuovo record delle esportazioni e del saldo commerciale. Il rafforzamento patrimoniale consolidatosi negli ultimi anni e le abbondanti disponibilità liquide rappresentano le precondizioni per una ripresa degli investimenti e per migliori risultati di crescita nei prossimi anni.

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Alla luce dei dazi annunciati sulle merci importate negli Stati Uniti, per le imprese italiane diventa più difficile esportare. Dopo la frenata del fatturato stimata per il 2024 (-3,5%), le prospettive per il 2025 sono condizionate dall’esito delle tensioni commerciali in corso che rischiano di annullare gli effetti positivi del rientro dell’inflazione e dei tassi di interesse europei.  

È infatti negli Stati Uniti che l’export italiano e dei distretti industriali è cresciuto maggiormente negli ultimi anni: nel 2024 l’export dei distretti in questo mercato ha sfiorato i 18 miliardi di euro (11% del totale). Ai primi tre posti per valori esportati negli USA si posizionano meccanica (5,7 miliardi e un’incidenza degli USA per il settore pari all’11,7%), beni di consumo della moda (4,8 miliardi; 11,3%) e alimentari e bevande (3,7 miliardi; 12,9%). La rilevanza degli Stati Uniti è alta anche per i distretti specializzati in prodotti e materiali da costruzione (16,5%) e mobili (15,2%).

Export dei distretti italiani verso gli Stati Uniti per macro settore

L’Ufficio Studi di Intesa Sanpaolo ritiene che le imprese italiane possano contenere la frenata sul mercato americano puntando sulla qualità delle loro produzioni e su nuovi mercati. Nel 2024, i mercati che hanno contribuito maggiormente alla crescita delle esportazioni distrettuali italiane sono, nell’ordine, Turchia (+4 miliardi di euro, grazie al balzo dell’Oreficeria di Arezzo), Emirati Arabi Uniti (+515 milioni), Arabia Saudita (+420 milioni), Isole Cayman (+291 milioni), Stati Uniti (+227 milioni), Spagna (+217 milioni), Vietnam (+155 milioni), Messico (+140 milioni), Brasile (+132 milioni), Angola (+115 milioni), Grecia (+97 milioni), Bulgaria (+71 milioni) e India (+68 milioni).

Se verrà adottata un’azione di rilancio degli investimenti europei in infrastrutture, innovazione e autonomia strategica, si apriranno nuovi spazi di crescita anche in Europa (che rimane la principale destinazione commerciale delle esportazioni distrettuali).

 

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Sintesi dei risultati

  • L’analisi dei bilanci di 22.700 imprese distrettuali evidenzia che il fatturato si è stabilizzato nel 2023 su circa 344 miliardi di euro. La redditività, misurata dall’EBITDA margin, è invece migliorata (8,1% vs 7,6% del 2022).
  • È proseguito il rafforzamento patrimoniale, con l’incidenza del patrimonio netto sul passivo salita al 34,4%, tre punti percentuali in più rispetto all’anno precedente e sei sopra la percentuale del 2019. Le disponibilità liquide hanno sfiorato il 10% dell’attivo).
  • Il 2024 si è chiuso con un nuovo record per l’export, a quota 163,4 miliardi (+0,9%). Il contemporaneo calo dell’import (-1,9%, dopo il -9,3% del 2023), ha spinto l’avanzo commerciale oltre la soglia storica dei 100 miliardi. La filiera agro-alimentare nel 2024 ha registrato un aumento dell’export a prezzi correnti pari al 7,1%, ma anche altre filiere distrettuali mostrano una buona competitività sui mercati internazionali: meccanica, metalli, moda e prodotti e materiali da costruzione.
  • L’analisi di lungo periodo conferma che la distanza percorsa dall’export è passata da 3.150 chilometri nel 2005 a 3.434 nel 2023. Al contempo, è aumentata la diversificazione degli sbocchi commerciali.
  • La quota di imprese distrettuali con EBITDA margin superiore al 20% è salita al 13,3% nel 2023, dall’11,5% del 2019, mentre la percentuale di imprese con marginalità negativa è passata dall’8,2% al 10%.
  • Dopo il 2020, grazie alla spinta del piano Transizione 4.0, si sono diffuse le tecnologie, con vantaggi significativi in termini di efficientamento dei processi, produttività, miglioramento di sicurezza e flessibilità.
  • Oltre alla diversificazione dei mercati di sbocco, tra le azioni prioritarie intraprese troviamo i nuovi investimenti finalizzati ad efficientare i processi e a introdurre o a potenziare gli impianti di autoproduzione di energia, che rappresentano una risposta alle tensioni e alla volatilità che caratterizzano i mercati energetici. Le aziende intervistate si stanno concentrando su tecnologie per ridurre i consumi energetici e accrescere l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili (indicate dal 43,6% e dal 33,8% delle imprese).

Prospettive per il 2025

Intesa Sanpaolo stima per quest’anno un incremento del 2,5% del fatturato delle imprese distrettuali. Una decisa spinta è attesa dai distretti della meccanica (+4,3% l’incremento atteso del giro d’affari), che dovrebbero assistere a una ripartenza del ciclo degli investimenti in macchinari domestico, dopo lo stallo del 2024.

La ripartenza della meccanica avrà ricadute positive sulla filiera dei metalli: le nostre stime vedono un incremento dell’1,4% del fatturato della metallurgia (sul quale continuerà a incidere anche il traino dei metalli destinati alla transizione digitale e ambientale) e dell’1,1% dei prodotti in metallo.

Anche l’alimentare e bevande darà un contributo positivo alla crescita del giro d’affari dei distretti (+2,5%) sebbene in un quadro reso incerto dalla potenziale introduzione dei dazi verso gli USA, uno dei mercati più dinamici per il food Made in Italy negli ultimi anni.

L’attuale fase di grande incertezza e volatilità sta contribuendo a tenere alto il tasso di risparmio delle famiglie italiane e europee. A risentire maggiormente di questo effetto di posticipo delle spese saranno i beni durevoli, in particolare il comparto mobili ed elettrodomestici, di grande rilevanza per l’aggregato distrettuale.

La stima per i distretti del sistema moda (+2,5%) rappresenta un parziale rimbalzo dai livelli deteriorati del triennio 2022-24, favorito anche da una ripartenza del segmento del lusso.

Il settore dei prodotti e materiali da costruzione (-5,4%) continuerà a risentire di un fisiologico rallentamento del comparto della manutenzione straordinaria, cui si aggiungerà un andamento più incerto delle esportazioni nei comparti più export-oriented come le piastrelle.

Il Medio Oriente è ritenuto il mercato a maggior potenziale per l’export italiano, grazie sia a buone prospettive di crescita sia a consumatori alto spendenti, particolarmente propensi ad acquistare i prodotti italiani di alta qualità.

Segue il Nord America che spicca per dimensione del mercato e capacità di spesa dei consumatori, mentre l’India, che è al terzo posto, si pone in evidenza come mercato in cui le imprese intendono entrare per la prima volta ed è di interesse soprattutto per dinamica attesa della domanda ed estensione del mercato.

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Al quarto posto il Nord Africa (in evidenza per prospettive di crescita e bassa concorrenza) che precede di poco alcune aree tra loro appaiate per opportunità di sviluppo dell’export, come Sud America (premianti attese di crescita e bassa concorrenza) ed Europa occidentale. Seguono mercati altamente dinamici come ASEAN, Est Europa, Turchia e Cina.

Il Rapporto – elaborato con le informazioni disponibili al 31 marzo 2025 – è stato coordinato da Giovanni Foresti e Stefania Trenti, e realizzato da un gruppo di lavoro composto da: Letizia Borgomeo, Laura Campanini, Anita Corona, Enza De Vita, Serena Fumagalli, Romina Galleri, Sara Giusti, Ezio Guzzetti, Anna Maria Moressa, Paola Negro, Angelo Palumbo, Luigi Marcadella, Massimiliano Rossetti, Ilaria Sangalli, Carla Saruis, Enrica Spiga, Anna Cristina Visconti, Rosa Maria Vitulano.

Fonte: Intesa Sanpaolo (Economia e finanza dei distretti industriali – Rapporto annuale n.17)





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