Opportunità unica

partecipa alle aste immobiliari.

 

Rimborso 730, cosa fare se il datore di lavoro non vuole pagarlo?


Con l’avvio della campagna fiscale 2025 si rinnova un dubbio comune tra molti lavoratori del settore privato: nel caso in cui dal conguaglio dovesse risultare un credito, il datore di lavoro è obbligato a pagarlo?

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

D’altronde, l’azienda opera come sostituto d’imposta. Ciò significa che opera sulla busta paga trattenendo per conto del lavoratore le imposte che questo deve al Fisco e allo stesso tempo procede con eventuali rimborsi.

Tuttavia, è proprio quando sorge la necessità di rimborsare i lavoratori dell’Irpef pagata in più l’anno precedente che sorgono i problemi. Per quanto questo costo gravi sulle casse dello Stato, infatti, più precisamente dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, è il datore di lavoro a doverlo anticipare.

Specialmente nei casi in cui si tratti di molti lavoratori, quindi, l’azienda potrebbe rifiutarsi di farsi carico dei costi del conguaglio, seppure in un secondo momento ne verrà rimborsata.

Un tale rifiuto rischia però di ripercuotersi sul lavoratore, il quale non sa come comportarsi se il datore di lavoro non vuole pagare – o meglio, anticipare – il rimborso Irpef. I soldi si perdono? È possibile fare richiesta di pagamento direttamente all’Agenzia delle Entrate? Sono questi i dubbi più comuni ai quali daremo risposta in questo articolo utile per tutti coloro che hanno problemi con l’azienda che non vuole – oppure non può – farsi carico della spesa dovuta dall’anticipo dei rimborsi fiscali.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Il contesto di riferimento

Prima di rispondere alla domanda cui abbiamo appena fatto riferimento in apertura, ci appare opportuno fare qualche considerazione in merito proprio al 730 e al relativo rimborso.

Di cosa si tratta? Ebbene, come non pochi già sapranno, il modello 730 consiste nel documento che il contribuente deve usare annualmente al fine della presentazione della dichiarazione dei redditi.

Tenuti all’obbligo sono i lavoratori subordinati e tutti coloro che incassano redditi assimilati al reddito da lavoro dipendente. Come noto, la dichiarazione dei redditi modello 730 può essere presentata dal contribuente in via diretta, in modalità telematica, per il tramite del cosiddetto 730 precompilato, oppure sfruttando i servizi ad hoc di un Caf o un commercialista.

Per compiere questo iter così rilevante sul fronte fiscale, e dunque onde effettuare la dichiarazione dei redditi, il lavoratore dovrà presentare la Certificazione unica (Cu), o le Certificazioni uniche se ci sono stati differenti rapporti di lavoro o di collaborazione. Si tratta dei documenti consegnati dal sostituto di imposta, i quali recano le informazioni rilevanti in merito alle somme trattenute nel corso del periodo di imposta – a titolo di tassazione sugli stipendi. Non solo. Il contribuente dovrà altresì presentare i giustificativi delle spese effettuate nell’ambito del periodo d’imposta: queste potranno essere portate in detrazione.

Il meccanismo della dichiarazione prevede poi che l’intermediario compia il calcolo dell’imposta dovuta nel periodo di imposta e delle somme già pagate al Fisco. Per questa via, tenendo anche conto delle spese da portare in detrazione, sarà possibile controllare se il contribuente ha dei debiti o dei crediti nei confronti del Fisco che devono essere saldati.

Quando spetta il rimborso 730?

Abbiamo appena visto in estrema sintesi perché è così importante presentare annualmente la dichiarazione dei redditi, ma a questo punto la domanda seguente sorge spontanea: in che cosa consiste il rimborso 730? Ebbene, quest’ultimo altro non è che il passo successivo alle operazioni relative alla presentazione della dichiarazione dei redditi. Queste infatti possono condurre a due distinti esiti:

  • la dichiarazione dei redditi potrebbe evidenziare la sussistenza di un credito a favore del contribuente verso l’ufficio delle imposte;
  • quanto trattenuto in busta paga e pagato dal sostituto d’imposta al Fisco non basta a ’esaurire’ l’obbligo legato al versamento delle imposte dovute nell’anno fiscale. Con la conseguenza che il lavoratore deve aggiungere un’integrazione.

Nel primo caso, il lavoratore-contribuente ha diritto al rimborso 730 da parte del datore di lavoro. Proprio questo è il caso che qui interessa: si tratta della somma di denaro spettante, giacché versata in eccesso rispetto alla reale entità degli obblighi fiscali in gioco. Insomma, ben si comprende l’utilità, oltre che l’obbligatorietà, della compilazione della dichiarazione dei redditi: sostanzialmente, con essa il contribuente può sapere se deve recuperare dei soldi dall’Agenzia delle Entrate (attraverso il datore di lavoro).

Opportunità uniche acquisto in asta

 ribassi fino al 70%

 

Rimborso 730: l’anticipo da parte del datore di lavoro

Per quanto riguarda il rimborso 730, il contribuente deve sapere che può conseguirlo in via diretta dal datore di lavoro (sostituto d’imposta) in busta paga – a partire dal mese di luglio. Più nel dettaglio, le norme vigenti ci indicano che per i lavoratori subordinati è il datore di lavoro a dover rispettare l’obbligo di rimborso nella prima retribuzione utile, vale a dire con la busta paga di competenza del mese posteriore a quello di ricezione del 730. Pertanto, i rimborsi possono giungere da luglio a novembre, in base alla data di presentazione del modello 730.

Il lavoratore non deve poi dimenticare che il rimborso 730 deve essere versato dall’azienda, anzi più precisamente va ’anticipato’ da parte del datore di lavoro. Il meccanismo è in sintesi il seguente:

  • il datore paga di tasca propria i rimborsi 730 cui hanno diritto i dipendenti;
  • tuttavia potrà recuperare le somme anticipate in un momento posteriore, ovvero nell’ambito della liquidazione del cd. modello F24 – riferito al mese successivo a quello nel quale ha disposto il rimborso Irpef in questione.

In buona sostanza, il datore di lavoro avrà comunque modo di recuperare quanto rimborsato, dalle ritenute fiscali dovute per tutti i lavoratori in organico. Se il lavoratore dipendente ha presentato il modello 730, il datore di lavoro non può esimersi dall’anticipo di quanto dovuto al dipendente – tranne il caso dell’incapienza, che ora vedremo.

Rimborso 730: il caso dell’incapienza del datore di lavoro

Come detto in apertura, il punto è però capire cosa fare e come comportarsi se il datore di lavoro non paga il rimborso Irpef spettante. In particolare, il caso concreto potrebbe essere quello dell’incapienza del datore di lavoro, ovvero potrebbe verificarsi che l’entità dei rimborsi da assegnare sia maggiore rispetto alle ritenute in gioco.

Ebbene, in questi casi l’azienda può versare un rimborso di importo più basso, attribuendo il rimanente nei mesi posteriori. Attenzione però: laddove i rimborsi Irpef siano distinti in quanto previsti per più dipendenti ’a credito’, la conseguenza è che l’azienda dovrà effettuare l’anticipo del rimborso 730, in percentuale identica per tutti i lavoratori.

Il meccanismo è piuttosto chiaro: il datore di lavoro non può opporsi all’anticipo del rimborso 730 a favore dei propri dipendenti.

La sola eccezione è costituita dalla suddetta ipotesi dell’incapienza che si manifesta laddove alla fine dell’anno il datore di lavoro non sia riuscito a compiere tutti i rimborsi dovuti. Come accennato, si tratta della situazione nella quale la somma integrale a credito (rimborso) sia maggiore della somma delle ritenute complessivamente dovute dall’azienda. Questo è un aspetto molto importante, di cui un’azienda deve tener sempre conto.

Aste immobiliari

 il tuo prossimo grande affare ti aspetta!

 


Rimborso 730 e mancato pagamento integrale da parte dell’azienda: cosa fare?

Proprio a seguito della summenzionata incapienza, alla fine dell’anno i lavoratori potrebbero trovarsi innanzi a importi non rimborsati. Essi dovranno comparire nella CU (Certificazione unica) di fine anno, mentre il lavoratore potrà scegliere tra una delle seguenti alternative:

  • domandare il rimborso direttamente al Fisco, effettuando richiesta ad hoc presso gli uffici locali competenti. Preferibile che in allegato alla domanda vi sia una dichiarazione dell’azienda che indica lo stato di incapienza e l’importo da versare;
  • attendere la dichiarazione dei redditi dell’anno posteriore, con cui chiedere anche il rimborso non ancora compiuto.

Laddove il datore volutamente non adempia ai propri obblighi – non pagando il dovuto a titolo di rimborso 730 – il lavoratore farà bene a chiedere tutela e assistenza a figure esperte in materia fiscale, facendo riferimento ad un avvocato specializzato in materia o agli uffici territoriali dell’Ispettorato del Lavoro. Ciò comunque vale tenuto ben presente il caso suddetto dell’incapienza Irpef, ovvero quando l’Irpef da trattenere nel mese non sia sufficiente a coprire il credito dovuto al dipendente – con il residuo che è corrisposto nei mesi successivi.

Concludendo, rimarchiamo che il termine finale per dare luogo al rimborso è il mese di dicembre. Laddove dovesse rimanere ancora del credito Irpef a favore del contribuente, esso potrà essere comunque recuperato.

730 con o senza sostituto d’imposta

Attenzione però perché c’è anche la possibilità di saltare direttamente il datore di lavoro presentando la dichiarazione dei redditi con modello 730/2025 senza sostituto d’imposta.

 

Ristrutturazione dei debiti

procedure di sovraindebitamento

 

Da quando sarà possibile inviare il modello 730/2025, quindi dal prossimo 15 maggio, il contribuente lavoratore dipendente potrà decidere se indicare o meno il datore di lavoro come sostituto d’imposta, opzione che fino al 2024 non era ufficialmente consentita.

Nel prendere la decisione bisogna considerare che con il sostituto d’imposta l’eventuale rimborso può arrivare già nella busta paga di luglio in quanto anticipato dall’azienda.

In questo caso, però, è opportuno accertarsi che l’azienda sia disposta a pagarlo e abbia sufficiente capienza per farlo: altrimenti, piuttosto che arrivare allo scontro (più o meno lungo a seconda dei casi) si può propendere per la dichiarazione senza sostituto, con il rimborso che viene pagato dall’Agenzia delle Entrate nel mese di dicembre.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Aste immobiliari

l’occasione giusta per il tuo investimento.

 

Source link

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta