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Macchine agricole e incentivi, cosa resta nel 2025 – Agrimeccanica


In uno scenario dove acquistare una nuova macchina agricola è sempre più difficile per le imprese agricole strette tra l’aumento dei prezzi e la redditività in calo, la disponibilità di incentivi è spesso una se non l’unica via percorribile.

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Gli incentivi, sotto forma di crediti d’imposta o a fondo perduto, negli ultimi anni hanno ingombrato il mercato condizionandolo fortemente come nel caso del Credito 4.0, noto ai più per aver spinto le vendite in un periodo di ripresa post pandemica già caratterizzato da una crescita naturale del mercato.

 

In questo momento, molti incentivi sono giunti alla fine del loro naturale ciclo di vita – i fondi Pnrr per la meccanizzazione per citarne uno – e altri vanno a chiudersi entro l’anno. Se per alcuni le dotazioni economiche si sono sono esaurite, per altri vi è un disavanzo ricollocabile in altre misure. 

 

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Credito 4.0: pochi soldi e il tempo stringe

Giunto agli sgoccioli, il Credito d’imposta legato alla Transizione 4.0 e iniziato nel 2021, è arrivato ad oggi caricato di forti limitazioni introdotte dalla legge di bilancio 2025. Prima tra tutte, la soppressione del credito destinato ai beni immateriali che inizialmente doveva essere ridotto la 10%.

 

Inoltre, questa volta per i beni materiali, il 2025 vede un limite massimo di credito disponibile introdotto dal Governo di 2,2 miliardi di euro, terminati quali il Credito 4.0 sarà probabilmente accantonato. Rimane ferma al 20% la percentuale di credito ottenibile. Considerando che nel solo 2024 la 4.0 ha erogato crediti per oltre 6,3 miliardi di euro, viene da pensare che una dotazione di 2,2 miliardi non consentirà alla misura di rimanere operativa fino a fine anno. 

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Quando verrà raggiunto il limite di spesa, sarà lo stesso MiMiT a darne comunicazione sul proprio sito internet e sospendere l’invio delle richieste per la fruizione dell’agevolazione. Diventa di fatto fondamentale l’ordine cronologico e il tempismo d’invio delle richieste.

 

Per quanto riguarda una previsione sui fondi ancora disponibili, se si guardano i diversi dataset per il monitoraggio dei fondi Pnrr – da cui attinge anche la Transizione 4.0 – OpenPnrrItaliadomani e il sistema ReGiS, al 31 marzo (ultimo aggiornamento) è stata spesa l’intera dotazione di 13,4 miliardi di euro destinata alla Misura dal Pnrr. A questa, per il biennio 2024-25, vanno aggiunti ulteriori 6,4 miliardi di euro (3,2 miliardi per anno) provenienti da fondi nazionali che però non vengono tracciati dalle piattaforme di cui sopra.

 

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Credito 5.0: troppi soldi ma per poco

Le faq pubblicate mensilmente da inizio 2025 sul nuovo Credito 5.0 hanno portato maggiore chiarezza anche per il mondo agricolo e ora, gli agricoltori possono “facilmente” sostituire un trattore e ricevere un credito minimo del 35%. Per quanto riguarda il mondo industriale invece, la risposta è ancora assai tiepida: all’8 maggio 2025 dei 6,237 miliardi di euro disponibili e destinati alla Transizione 5.0, ne sono stati richiesti poco più di 0,855 miliardi, a dire il 13% del totale. La situazione che fotografiamo è di una grande fetta di risorse ancora disponibili (porzione di linea verde scuro nel grafico sotto) e di una piccolissima porzione di risorse utilizzate (porzione di linea bianca nel grafico sotto).

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Risorse totali e disponibili per la transizione 5.0 aggiornate all’8 maggio 2025

(Fonte foto: GSE)

 

Anche in questo caso il tempo stringe e senza una proroga delle scadenze – annunciata a fine 2024 ma mai ufficializzata – gli investimenti agevolabili devono essere effettuati entro il 31 dicembre 2025. Vista la scarsa ricettività all’incentivo da parte delle imprese, il governo ha ipotizzato di operare una riprogrammazione dei fondi, riallocandone circa la metà verso misure più efficaci per le imprese stesse.

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Azione confermata prima dal ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, Tommaso Foti, e poi dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso che su Il Sole 24 Ore commenta così: “l’utilizzo dei fondi per la Transizione 5.0 è stato accelerato, ma a fronte di richieste così esigue e delle condizioni stringenti che la Commissione Ue ci ha imposto per l’utilizzo, corriamo il rischio che le risorse non possano essere usate nei tempi previsti. Per questo, pensiamo di rimodulare le risorse su altri strumenti”.

 

Ipotizzando un dimezzamento della dotazione, rimane comunque il 75% degli oltre 3 miliardi disponibili (2,25 miliardi) potenzialmente utilizzabile anche per rinnovare il parco macchine partendo da un credito minimo del 35% estendibile fino al 45%.

 

Bando ISI Inail: domande entro fine maggio

Non molte le novità per la quindicesima edizione del bando ISI 2024 – riferito al 2025 –  di Inail. Con un budget complessivo di 600 milioni di euro per il 2025, le piccole e medie imprese – comprese quelle agricole a cui è destinato un asse specifico del bando da 90 milioni di cui 20 dedicati ai giovani agricoltori – possono accedere a un contributo a fondo perduto per l’acquisto di soluzioni legate a sicurezza e innovazione.

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Il bando 2024 ha preso il via lo scorso 14 aprile e fino al 30 maggio 2025 le aziende possono compilare online le domande di accesso al finanziamento. Siamo attualmente in attesa delle ulteriori indicazioni operative sul caricamento delle domande che arriveranno entro fine mese.

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Seppur la dotazione complessiva sia aumentata di 100 milioni di euro, la parte destinata al mondo agricolo (90 milioni di euro) rimane invariata rispetto al bando 2023 (anno 2024) che però aveva visto un quasi raddoppio della disponibilità finanziaria (+45 milioni) rispetto al bando 2022 (anno 2023).

 

Nel 2024 le richieste di contributo hanno superato – e di molto – le dotazioni a disposizione delle singole regioni (vedi grafico successivo) e il Bando ha potuto soddisfare un numero minimo di richieste. In sette regioni le domande ricevute sono state oltre 300 ma, in nessun caso, quelle finanziate sono andate oltre al centinaio. In media, solo 3 aziende su 20 hanno avuto accesso al Fondo. È ragionevole supporre che anche per il 2025 si riscontrerà un nuovo surplus di domande.

 

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per le aziende

 

Dall'alto, importi richiesti e concessi e domande inoltrate e accettate per il Bando ISI 2023 nel 2024 in ciascuna regione

Dall’alto, importi richiesti e concessi e domande inoltrate e accettate per il Bando ISI 2023 nel 2024 in ciascuna regione

(Fonte foto: AgroNotizie su dati Inail)

(Clicca sull’immagine per ingrandirla)

 

Fondo innovazione Ismea: meno fondi per il 2025?

l Fondo per l’innovazione in agricoltura di Ismea, istituito nel 2023, prevede una dotazione a fondo perduto complessiva di 225 milioni di euro da distribuire nell’arco del triennio 2023-2025, con un budget annuale di 75 milioni di euro. Nel primo anno è stato utilizzato il plafond previsto, mentre nel 2024, pur con un’integrazione di 25 milioni di euro che ha innalzato il totale annuo a 100 milioni di euro, le risorse si sono rivelate insufficienti rispetto all’elevato numero di domande ricevute.

 

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Per far fronte a questa situazione, il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf), con una comunicazione del 27 febbraio 2025 ha autorizzato Ismea a utilizzare anticipatamente i fondi destinati al 2025. Ulteriori 75 milioni di euro sono quindi andati ad incrementare la dotazione totale del 2024, arrivata a 175 milioni cui si possono aggiungere eventuali residui del bando 2023 (non ancora calcolati). 

Leggi anche Ismea, più fondi per il bando 2024. Ma cosa succede per il 2025?

Resta tuttavia un interrogativo: cosa accadrà al bando Ismea 2025 se i fondi “presi in prestito” verranno esauriti nel corso del 2024? Si può ipotizzare un’ulteriore iniezione di risorse da parte del Masaf ma, al momento, non ci sono conferme ufficiali.

 

Nuova Sabatini: un misura che funziona 

In controtendenza rispetto alle altre misure, la Beni strumentali o Nuova Sabatini  (che poi così nuova non lo è più, essendo giunta al suo dodicesimo anno di vita) con la legge di Bilancio 2025 è stata ulteriormente rifinanziata per il prossimo quinquennio.

 

Prevede la concessione di contributi da parte del Ministero a fronte di finanziamenti (bancari o leasing) erogati da banche e intermediari finanziari aderenti alla misura, destinati a investimenti in beni strumentali, sistemi 4.0 e investimenti green.

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Leggi ancheNuova Sabatini Capitalizzazione: ulteriore incentivo per i mezzi agricoli

Un fondo da 1,7 miliardi di euro garantirà la copertura dell’incentivo fino al 2029 con 400 milioni di euro per il 2025, 100 milioni per l’anno 2026 e 400 milioni per gli anni dal 2027 al 2029.

 

Nei primi tre mesi del 2025, secondo i dati pubblicati dal Ministero, sono stati prenotati contributi per un totale di oltre 230 milioni di euro. Restano – una volta ufficializzati i contributi richiesti, di norma inferiori a quelli prenotati – circa 170 milioni di euro per il 2025. Se il trend si mantiene costante (circa 60 milioni richiesti ogni mese) probabilmente i fondi si esauriranno con l’estate. Resta comunque una liquidità del fondo non indifferente: oltre 1.524 milioni di euro da utilizzare nel quinquennio.

 

Andamento delle domande per la misura Beni strumentali - Nuova Sabatini negli ultimi 12 mesi disponibili

Andamento delle domande per la misura Beni strumentali – Nuova Sabatini negli ultimi 12 mesi disponibili

(Fonte foto: Mimit)

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ZES Unica 2025: il credito dedicato al Sud Italia

La ZES unica per l’agricoltura si caratterizza per essere rivolta alle sole imprese del Mezzogiorno afferenti alla Zes unica (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna) e offre un credito d’imposta al 65% o all’80% per l’acquisto di nuovi macchinari (trattori e mezzi agricoli) oltre che di impianti e attrezzature. Con una dotazione complessiva di 50 milioni di euro per il 2025, finanzia tutti gli investimenti realizzati entro il 15 novembre 2025 il cui costo sia superiore a 50 mila euro. 

Leggi anche Zes unica 2025: fino al 65% di credito per le aziende agricole del Sud Italia

Nel 2023 – quando è nata l’agevolazione – dei 100 milioni di euro stanziati ne sono stati richiesti solo 27,2 milioni, lasciando inutilizzati circa 62,8 milioni. Il residuo, sommato alla dotazione del 2024, ha portato a 102,8 milioni la disponibilità totale permettendo di soddisfare tutte le richieste per un importo di 58,1 milioni di euro e di generare un nuovo disavanzo di 44,7 milioni.

 

Per la dotazione 2025 di cui ancora non si conosce la percentuale di riduzione del credito, posto che tutte le domande vengono sempre accolte, si delineano due scenari:

  1. Il credito richiesto supera la dotazione (il cui importo dipende dalla decisione di sommare o meno il disavanzo del 2024) e la percentuale di credito erogata subisce una riduzione in percentuale direttamente proporzionale all’eccedenza della domanda. Ad esempio, gli importi richiesti superano del 10% la disponibilità del fondo, quindi i contributi erogati vengono ridotti del 10% coprendo il 90% della somma richiesta (pari al 65% della spesa totale).
  2. Il credito richiesto non supera la dotazione, tutti ottengono il 100% del 65% finanziabile come è stato il caso del 2024.

Quale dei due scenari si profilerà, lo sapremo a fine anno quando sarà noto l’ammontare totale dei crediti richiesti.

 

Pnrr e meccanizzazione: un “flop” con un tesoretto

Concludiamo la panoramica dedicata ai fondi 2025 ricordando la Misura M2C12.3 finanziata dal Pnrr – ad oggi conclusa – che nel 2024 è stata esplicitamente dedicata al comparto meccanico con un totale di 400 milioni di euro a fondo perduto per l’ammodernamento e l’innovazione delle macchine agricole italiane.

 

L’accesso al contributo è stato normato regione per regione da una serie di bandi introdotti a fine dicembre 2023 con scadenza, prorogata più volte, a fine maggio 2024. L’adesione da parte del mondo agricolo è stata però scarsa (il 40% della dotazione iniziale non è stato utilizzato) per le tempistiche ristrette e, soprattutto, per il vincolo di poter finanziare, oltre alle attrezzature, solo mezzi a propulsione elettrica o a metano.

 

Gli oltre 160 milioni di euro avanzati sono stati accantonati e destinati ad un successivo bando nazionale – come previsto dalle stesse disposizioni diffuse dal Ministero – non ancora emanato. Resta aperta la possibilità di deviare queste risorse alla sottomisura per l’ammodernamento dei frantoi oleari per lo scorrimento delle graduatorie e l’ampliamento della platea dei beneficiari. È notizia di questi giorni che questa misura, gemella di quella per le macchine agricole, a cui erano stati destinati 100 milioni di euro, ha ricevuto richieste di contributo pari a circa 180 milioni di euro.

 

Ciò aiuterebbe anche a scongiurare la revoca dei contributi Pnrr che impongono il raggiungimento del target previsto per giugno 2026 di almeno 15mila destinatari finali (a fine ottobre 2024 erano 11.200). Una volta superato l’obiettivo, tutti i fondi avanzati potranno essere riassegnati. È tuttavia poco probabile che, una volta raggiunto il target, la ridistribuzione dei fondi avvenga prima di metà 2026.



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