Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

L’ultima maxi inchiesta sugli appalti truccati in Sicilia, gli indagati


Dal caso della rete idrica ad Agrigento ai lavori sulle provinciali: l’inchiesta della Procura coinvolge anche le province di Catania e Trapani. Ecco i dettagli.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Progetti fatti arrivare sotto banco agli imprenditori in modo da poter preparare un’offerta adeguata a superare la concorrenza, mazzette da decine di migliaia di euro, punteggi truccati, rotoli di prato finiti nelle abitazioni private. L’ultima inchiesta sugli appalti in Sicilia contiene un po’ di tutto e coinvolge quella che al momento, per la procura di Agrigento, è a tutti gli effetti un’associazione a delinquere finalizzata “al reperimento e alla distrazione a fini privati delle risorse pubbliche”, ma anche alla gestione degli incarichi di progettazione e dei ruoli che la normativa assegna ai funzionari pubblici.

Arrestati gli imprenditori Federica e Dino Caramazza, l’ex assessore provinciale Luigi Sutera Sardo, il funzionario pubblico Sebastiano Alesci e Carmela Moscato (madre degli imprenditori). Gli inquirenti contestano i reati di turbativa d’asta, peculato, corruzione e concussione. Tra le persone indagate – così come verificato dal Quotidiano di Sicilia – ci sono sia imprenditori che dipendenti pubblici.

Nell’elenco, che al momento comprende 13 indagati ma che potrebbe essere più lungo considerata la presenza di omissis, figura anche Giuseppe Capizzi, attuale sindaco di Maletto e imprenditore già noto per avere ammesso di avere pagato mazzette al Commissario per il rischio idrogeologico. La polizia ha avuto mandato dalla procura di eseguire perquisizioni e sequestri.

L’ultima maxi inchiesta sugli appalti truccati in Sicilia

“Comportamenti lesivi della trasparenza, efficienza ed economicità dell’azione amministrativa, al fine di trarre ciascuno utilità economica indebita dal proprio e dall’altrui operato, in un sistema volto a proteggere, aiutare e conservare il controllo su attività amministrative, procedure, finanziamenti e opere pubbliche da eseguirsi sul territorio, con la volontà di controllare in modo stabile e perdurante ogni risorsa economica che arrivi dai molteplici e canali di finanziamenti pubblici, anche europei, sul territorio agrigentino e non solo”.

Nel decreto di perquisizione emesso dalla Procura di Agrigento e di cui il QdS ha preso visione, gli inquirenti tracciano un quadro che rimanda al concetto di tavolino degli appalti di cui negli anni Novanta parlò il pentito di mafia Angelo Siino. Nell’indagine, tuttavia, non sono contestati connivenze con la criminalità organizzata, ma una serie di rapporti illeciti che legano imprenditori e funzionari pubblici.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Il caso della rete idrica

A finire sotto la lente degli inquirenti c’è anche l’appalto da oltre 37 milioni di euro per il rifacimento della rete idrica ad Agrigento. I lavori affidati dall’Aica, la società pubblica Azienda idrica comuni agrigentini, sono stati aggiudicati dal consorzio Della. Il consorzio, che raggruppa quattro imprese e che negli anni scorsi ha avuto sede legale a Padova, oggi ha base a Maletto ed è ritenuto dagli inquirenti riconducibile all’imprenditore Giuseppe Capizzi.

Capizzi avrebbe beneficiato della disponibilità di funzionari pubblici agrigentini – tra cui l’architetto Sebastiano Alesci, che figura tra gli indagati – per vincere la gara d’appalto con un ribasso del 30 per cento. Un’offerta ritenuta inidonea “ad assicurare la concreta esecuzione dei lavori”. Al consorzio, la Procura contesta anche l’assenza dei requisiti economici e di organizzazione aziendale per affrontare il tipo di opera aggiudicata.

Tra le accuse rivolte a Capizzi c’è anche quella di avere rifiutato “di fornire la documentazione” prevista dall’articolo 80 del codice degli appalti, in materia di motivi esclusione, e questo con l’obiettivo, secondo gli inquirenti, di non fare emergere l’esistenza in quel momento di una misura interdittiva nei propri confronti legata a un altro procedimento penale.

Il progetto in anticipo

Nell’indagine rientra anche un incontro che sarebbe avvenuto lo scorso 28 aprile nel territorio di Valguarnera Caropepe (Enna) tra Capizzi e Alesci. Quest’ultimo avrebbe consegnato all’imprenditore il progetto e la relazione tecnica riguardante i lavori da effettuare nella rete fognaria del rione Fondachello-Plaia di Licata. “Alesci consegnava a Capizzi copia informatica e cartacea così colludendo con mezzi fraudolenti al fine di condizionare le modalità di scelta del contraente da parte della pubblica amministrazione”, scrivono gli inquirenti.

Le mazzette

Tra gli appalti che si ritengono essere stati viziati c’è quello riguardante la manutenzione straordinaria di alcuni tratti della strada provinciale Salaparuta-Santa Margherita Belice. Un lavoro da oltre 2,3 milioni di euro aggiudicato dalla EdilRoad, impresa riconducibile agli imprenditori Federica e Diego Caramazza. A favorire l’aggiudicazione alla ditta con sede a Favara sarebbe stato il dirigente del Libero Consorzio di Trapani Maurizio Falzone.

Falzone, presidente della commissione giudicatrice, avrebbe concordato – secondo gli inquirenti – una tangente da 135mila euro in cambio della disponibilità ad attribuire i punteggi da assegnare all’offerta economica e tecnica della EdilRoad. I soldi sarebbero passati dalle mani di alcuni intermediari.

Tra le opere pubbliche nel mirino degli investigatori della Squadra mobile è finito anche il rifacimento dello stadio comunale di Licata: in questo caso Alesci avrebbe chiuso un occhio su un subappalto non autorizzato e il titolare della ditta subappaltatrice avrebbe ricambiato il favore portando una sessantina di metri di prato a casa di un’amica del pubblico funzionario. L’architetto, per altre vicende, è accusato di avere intascato denaro contante per 25mila euro per mettere a disposizione degli imprenditori le proprie relazioni personali. Nel decreto di perqusizione si fa riferimento anche non meglio precisati esponenti politici.

L’appalto per l’impianto di compostaggio

L’ultima inchiesta sugli appalti in Sicilia riguarda anche la realizzazione dell’impianto di compostaggio a Ravanusa. In questo caso, secondo la procura, Alesci avrebbe redatto gli atti di gara omettendo una serie di passaggi – tra cui la verifica di assoggettabilità alla Via del progetto – e creando le condizioni perché il lavoro potesse essere aggiudicato dall’impresa Beico.

Aste immobiliari

 il tuo prossimo grande affare ti aspetta!

 

Inchiesta sugli appalti in Sicilia nomi degli indagati

L’elenco degli indagati visionato dal QdS riporta questi nomi: Maurizio Falzone, 62 anni; Federica Caramazza, 36 anni; Dino Caramazza, 43 anni; Rosaria Bentivegna, 67 anni; Antonio Belpasso, 38 anni; Sebastiano Alesci, 65 anni; Carmela Moscato, 64 anni; Luigi Sutera, Sardo 57 anni; Alessandro Vetro, 44 anni; Alessandro D’Amore, 55 anni; Vittorio Giarratana, 52 anni; Giovanni Campagna, 45 anni; Giuseppe Capizzi, 37 anni.

Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Vuoi bloccare la procedura esecutiva?

richiedi il saldo e stralcio