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Opinioni | Dignità, sicurezza e diritti per il lavoro


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Un mercato del lavoro, quello italiano, dalle tante luci negli ultimi anni, ma che risente inevitabilmente delle eredità di un lungo passato. L’Italia raggiunge oggi un record storico di occupati, oltre 24 milioni. Per essere in linea con i migliori valori europei, mancano all’appello ancora 2-3 milioni di posti di lavoro, esattamente quelli corrispondenti all’abnorme dimensione della nostra economia sommersa.

Non sia solo la Festa del Lavoro, dunque, ma un giorno di profonda riflessione per tutti. A partire da chi ricopre responsabilità istituzionali, il Primo Maggio rappresenti un’occasione per rinnovare l’impegno a dare concretezza e sempre maggiore effettività alle conquiste del mondo del lavoro, in termini di tutele e di giustizia sociale.




















































Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) e l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL) hanno da tempo ribadito l’urgenza di costruire un percorso condiviso, incentrato su un patto sociale, che coinvolga attivamente i corpi intermedi, le forze economiche e produttive, e l’intera società civile. Oltre al rispetto delle norme, all’attività di vigilanza e all’applicazione delle sanzioni è fondamentale l’impegno responsabile di tutti per garantire ambienti di lavoro sicuri. Serve un’azione collettiva anche per affrontare con determinazione il tema delle malattie professionali.

Il prezzo che ancora oggi pagano i lavoratori, tra infortuni e patologie legate all’esposizione a fattori nocivi negli ambienti di lavoro, rappresenta un costo umano e sociale non più tollerabile.
Sono tre le direttrici su cui CNEL e INAIL stanno concentrando il loro impegno per costruire una cultura della sicurezza concreta e non retorica: trasparenza, formazione e informazione, partecipazione e sostegno alle imprese.

Già con l’avvio della nuova consiliatura, il CNEL e INAIL hanno realizzato uno studio sistematico del fenomeno infortunistico e delle malattie professionali degli ultimi venti anni, con l’obiettivo di analizzare il fenomeno in modo integrato, alla luce delle trasformazioni del lavoro e dell’evoluzione del quadro normativo. La novità di tale approccio, improntato alla massima trasparenza, è l’attenzione rivolta anche al contesto delle relazioni industriali in cui opera il lavoratore al momento della denuncia di infortunio.
Sarà ora possibile mappare con maggiore precisione i rischi professionali associati alle diverse categorie produttive. Questo perché, grazie a una recente convenzione tra CNEL e INAIL, le denunce di infortunio includeranno anche il codice alfanumerico unico che il CNEL assegna ai contratti collettivi registrati nell’Archivio nazionale dei contratti e degli accordi collettivi di lavoro. Una occasione di chiarezza anche rispetto all’incidenza del dumping contrattuale e della contrattazione al ribasso rispetto alla qualità del lavoro e alle tutele, soprattutto in caso di appalti e di esternalizzazioni.

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Con riferimento alla seconda direttrice, la diffusione della cultura della sicurezza deve iniziare dalle scuole. L’approvazione della legge che prevede l’inserimento della sicurezza sul lavoro tra gli argomenti di educazione civica nelle scuole va proprio in questa direzione. Con la recente estensione della tutela INAIL a tutti gli studenti, che il Legislatore non mancherà di rendere strutturale, si è preso atto dell’urgenza del tema.

Nella prospettiva di una migliore informazione, il CNEL ha istituito un Osservatorio permanente sulla sicurezza sul lavoro, con INAIL e Ispettorato del Lavoro, per mappare buone pratiche, monitorare i contratti e analizzare criticità, come il lavoro sommerso e l’irregolarità.

La terza direttrice dell’impegno è la partecipazione e il sostegno alle imprese. Di fronte al dramma quotidiano delle morti sul lavoro, non bastano cordoglio e denuncia: serve un’azione condivisa che coinvolga attivamente tutte le componenti della società. La salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è, infatti, il vero indicatore dell’efficacia del nostro sistema di tutele, in una Repubblica che dichiara solennemente di essere fondata sul lavoro.
La svolta nella sicurezza sul lavoro passa dalla partecipazione attiva di corpi intermedi e rappresentanze sociali. Serve un ecosistema condiviso, capace di sostenere anche le piccole e microimprese, spesso in difficoltà nell’investire in prevenzione.

Una leva che l’INAIL ritiene di fondamentale importanza è il sistema della premialità che trova concreta applicazione con il riconoscimento di incentivi e riduzioni del premio assicurativo a favore delle imprese che incrementano gli standard di sicurezza.
È tempo di valorizzare ulteriormente l’utilizzo dei fondi INAIL per migliorare le condizioni di lavoro, sostenere investimenti tecnologici e organizzativi e rafforzare la sicurezza. I finanziamenti devono basarsi su una progettazione integrata delle imprese, fondata sulla valutazione dei rischi e sui piani di miglioramento, in dialogo con le rappresentanze sindacali e la contrattazione collettiva. Particolare attenzione va riservata alla formazione e ai bandi INAIL per gli investimenti in sicurezza.

L’auspicio è contribuire, attraverso gli strumenti attivati, alla definizione di una strategia nazionale di prevenzione e protezione, accompagnata da un piano d’azione concreto, in grado di allineare il nostro Paese alle più virtuose esperienze europee e internazionali.
Come universalmente riconosciuto, il quadro normativo italiano in materia è tra i più avanzati al mondo, grazie anche all’azione dell’attuale governo, e a quella dei governi che si sono succeduti nel tempo. Quello che manca è la piena effettività delle tutele. L’effettività deve essere un impegno e una responsabilità di tutti. Nessuno escluso. Ne va non solo della nostra coesione sociale, ma anche della nostra civiltà e della nostra democrazia.

Renato Brunetta è Presidente del Cnel
Fabrizio D’Ascenzo è Presidente dell’Inail

30 aprile 2025

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