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Esiste una classe dirigente a Rimini?


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Domanda provocatoria ma fino ad un certo punto. Lunedì scorso (28 aprile) vi è stato un importante incontro con la città sul Piano strategico. L’invito era rivolto a tutti, ma vi era chi aveva più interesse di altri. E’ la classe dirigente di una città, una comunità fatta di forze politiche, rappresentanti delle istituzioni, categorie economiche, sindacati, forze sociali e culturali. I famosi stakeholders o parti interessate allo sviluppo di una comunità. Era un incontro importante. Si iniziava a discutere del nuovo Piano Urbanistico Generale di Rimini.  E’ molto più di uno strumento tecnico di pianificazione: è una sfida collettiva, un’opportunità concreta per progettare insieme il futuro della città, rendendola più sostenibile, innovativa e a misura di comunità. Inoltre l’incontro era un primo focus sull’innovazione del prodotto turistico riminese. Sappiamo quanto interesse vi sia per l’innovazione del nostro turismo e soprattutto quanta urgenza vi sia nel metterci mano.

Era presente la neo-assessora all’urbanistica Valentina Ridolfi. Nel suo intervento, che di fatto ha avviato il percorso per arrivare alla definizione del nuovo strumento urbanistico, dopo anni di immobilismo totale, ha indicato i primi obiettivi ed in particolare i tempi.

Non nascondo che vi è una notevole dose di ottimismo da parte di Valentina Ridolfi nel voler riuscire a adottare il piano entro la fine della legislatura (2027). Una bella scommessa che si può vincere sapendo, però, che vi può essere anche una soluzione che anticipi i tempi di approvazione del Pug con un accordo programma con la Regione per la parte che riguarda la riqualificazione turistica-alberghiera. E’ un problema che non può aspettare molti altri anni. La situazione di degrado, in alcune parti della zona turistica è sotto gli occhi di tutti. Troppe strutture ricettive chiuse, altre aperte ma con standard fuori mercato. Nell’anticipare i tempi vi è la piena disponibilità da parte del Comune di Rimini.

Ma non è questo l’aspetto che mi preme sottolineare in questo commento.

E’ la scarsa partecipazione all’iniziativa di lunedì scorso, la limitata presenza di tutti i soggetti interessati. Dai consiglieri comunali di maggioranza e di minoranza (ne ho contati due-tre), alle categorie economiche, alle forze sociali e culturali.

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Siamo lontani dai livelli di partecipazione del primo Piano strategico. Sembra quasi che dieci anni di un uomo solo al comando abbiano lasciato il segno nella comunità riminese. Non siamo più abituati a discutere, confrontarci, dividerci nel merito dei problemi della nostra comunità.

Non erano presenti i giovani (a parte le ragazze e i ragazzi dell’università del campus di Rimini) impegnati in politica, che chiedono giustamente più spazio ma poi sono assenti nel dibattito sui problemi reali.

Quella sala di lunedì scorso era una fotografia, drammatica, della debolezza della nostra classe dirigente. Assente, anziana e ridotta ai minimi termini, a parte alcune lucide personalità intervenute.

Mi rincuora che il percorso di partecipazione è solo all’inizio. Il piano strategico ha già previsto 7 incontri in varie aree della città dal 20 maggio al 17 giugno. Contemporaneamente si stanno attivando i forum urbani. Dall’8 maggio al 1 luglio si svolgeranno le prime 9 assemblee di insediamento dei 12 forum deliberativi previsti.

A Rimini dopo anni di silenzio, di negazione di spazi di confronto veri (non solo racconti) si sta aprendo una nuova pagina.

Sarà l’occasione anche per la selezione di una nuova classe dirigente meno impegnata negli organigrammi dei posti di potere e molto più attiva sui contenuti, sul futuro della nostra comunità sui tanti problemi del nostro tempo e come cercare di risolvere in un confronto vero.

Una scommessa. Certo. Ma con la consapevolezza che non vi sono alternative o scorciatoie.

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L’incontro organizzato dal Piano Strategico lunedì 28 aprile

Il Vallo del Marano

Se potessero i miei amici riccionesi costruirebbero una fortificazione per non fare arrivare i “barbari” di Rimini nelle terre riccionesi. Di esempi ve ne sono stati tanti negli anni. La più clamorosa la battaglia della destra riccionese fu di non fare realizzare il Trc-Metromare. La preoccupazione era che orde di riminesi avrebbero invaso Riccione.

L’ultima occasione di questo dibattito tra Rimini e Riccione riguarda la gestione del Palariccione. Nelle settimane scorse IEG-Fiera di Rimini ha sondato il terreno per verificare la possibilità di una partnership tra Rimini e Riccione per l’attività congressuale. Si tenga presente che i palacongressi non si delocalizzano ma rimangono sui territori. Il palacongressi di Rimini è in overbooking (calendario pieno fino al 2026) e si sta valutando l’ampliamento dell’attuale struttura. Il palacongressi di Riccione sta lavorando bene ed è una società in utile. A fronte di questa situazione la proposta aveva un solo obiettivo. “Fare sistema”, come cercava sempre di predicare l’ex presidente della Regione Vasco Errani.

Una sinergia per meglio competere soprattutto sui mercati internazionali unendo le forze del nostro territorio. Apriti cielo. A fronte di questa situazione, un solo inizio di confronto come detto dalla sindaca Daniela Angelini si sono “scatenate” le forze economiche di Riccione all’insegna: “Non se ne parla nemmeno”, “giù le mani dal Palas di Riccione”.

Un coro unanime. Dagli albergatori ai commercianti.

Lo stesso PD di Riccione ritiene che potrebbe essere utile individuare un partner industriale ma non necessariamente Rimini. Anzi meglio un partner industriale internazionale. Figurarsi. Rimini fiera e congressi, una potenza come IEG, non sono abbastanza blasonate per Riccione. Giulio Mignani di Fratelli d’Italia giunge a parlare di Riccione ridotta a quartiere di Rimini. Se ne deduce che Vicenza lo sia già da anni. Eppure ora che l’accordo della locale fiera con International Exibition Group sta per scadere e deve essere rinnovato, non pare che nella florida città veneta ci sia insoddisfazione sull’esito di questa partnership. Così è.

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Poi non stupiamoci se la fusione tra fiera Bologna e Rimini è saltata per un atteggiamento analogo a quello riccionese tenuto da Bologna. Alla fine Fiera Rimini a fatto una fusione con Vicenza (operazione che sta andando molto bene, guardando gli utili e i dividendi di Ieg). In compenso chiediamo che vi sia sinergia tra gli aeroporti della Regione. Condivido. Ma non succederà nulla. Il campanilismo continuerà a vincere.

Palacongressi di Riccione

Emma Petitti ai vertici regionali del Partito Democratico

Se non ricordo male è la prima volta che nella storia del PD e della parte di sinistra che ha dato vita nel 2008 alla nuova forza politica che un esponente riminese arriva ai vertici regionali con l’incarico di vice-segreteria.

Anche se il congresso si deve ancora fare la proposta è ufficiale. Infatti il congresso regionale sarà unitario, non vi sarà nessuna conta e si fonda su un accordo tra le due anime che si sono confrontate al congresso del 2023. L’area Bonaccini e l’area che ha vinto il congresso di Elly Schlein.

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Al congresso si presenterà un ticket formato dal segretario regionale uscente Luigi Tosiani che viene riproposto alla guida, insieme ad Emma Petitti che rappresenta l’area Schlein in regione Emilia Romagna.

Viene riconosciuta la preparazione, la coerenza e l’impegno di Emma Petitti.

Nel PD tanti dirigenti hanno cambiato casacca negli ultimi anni, salendo sempre sul carro del vincitore.

Vi è stato chi per rimanere ai vertici sempre e comunque, è passato da D’Alema a Veltroni, da Franceschini a Bersani per poi sostenere Matteo Renzi e Zingaretti. Senza pudore e ritegno mi vien da dire.

Emma Petitti è rimasta impegnata nel tenere una linea politica e programmatica che guardasse le componenti più emarginate della società, chi non arriva alla fine del mese. Le riforme per un paese più giusto. Riforme in economia, per la salvaguardia del sistema sanitario, della scuola e con uno sguardo diverso alle politiche ambientali. Diritti civili.

Banalizzando ma per capirci, non solo attenzione a chi abita nelle Ztl e più politiche per un riformismo popolare. Una posizione che spesso è stata minoranza nel Pd. Sia nazionale che locale. La coerenza è un valore che va perseguito.

Non significa non volere cambiare idea ma evitare di fare parte della schiera degli opportunismi o, peggio, di un vero e proprio sistema di potere, incurante dei bisogni dei cittadini ma solo attento alla salvaguardia delle posizioni di privilegio.

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Luigi Tosiani con Emma Petitti

Maurizio Melucci



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