Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Come welfare aziendale e fringe benefit possono essere un’opportunità per i territori • Secondo Welfare


Negli ultimi anni il welfare aziendale ha conosciuto una progressiva espansione, diventando uno strumento centrale per tante organizzazioni che operano in Italia.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Anche grazie alle modifiche normative (di cui vi abbiamo parlato qui), ad oggi welfare aziendale significa soprattutto fringe benefit, cioè benefici di natura non monetaria (regolati dal comma 3 dell’articolo 51 del TUIR) come buoni spesa, buoni carburante, voucher, gift card, usati principalmente presso GDO o piattaforme online, che le aziende possono offrire ai propri dipendenti godendo di un beneficio fiscale. Entro determinati limiti stabiliti dalla legge, infatti, questi benefit non sono tassati: questo significa che né i lavoratori né le aziende pagano tasse e contributi per le cifre destinate ai fringe.

Si tratta di una prevalenza di utilizzo che in generale appare poco aderente ai principi che dovrebbero ispirare il welfare aziendale, ma che da più parti è criticata anche perché comunemente i fringe sono spesi “saltando” tutta la dimensione locale. Proprio per questo è interessante capire quali modalità alternative possono essere utilizzate per declinare il welfare aziendale in chiave territoriale, e di seguito proponiamo un esempio che va in questa direzione. Ma andiamo con ordine.

Lo sviluppo del welfare e dei fringe benefit

Nel periodo post-pandemia sono state introdotte una serie di norme che hanno contribuito ad una rapida diffusione dei fringe benefit. Tutto questo ha contribuito a fare di questo strumento una leva sempre più utilizzata dalle aziende tanto che oggi rappresentano una delle componenti principali del welfare aziendale (come vi abbiamo raccontato qui).

Per quanto riguarda l’anno in corso, la Legge di Bilancio 2025 ha confermato questa tendenza, mantenendo e previsioni normative del 2024 e sancendo ’incremento delle soglie di esenzione fiscale fino al 2027 a 1.000 euro per chi non ha figli a carico e 2.000 euro per chi invece ne ha. Inoltre resta la possibilità di usare questi benefit per coprire spese legate alle bollette e all’affitto o al mutuo sulla prima casa, incrementando gli ambiti di utilizzo dei fringe.

Si torna a parlare di fringe benefit, ma non di welfare aziendale

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

A fronte di questo impegno del Legislatore, ma anche della loro progressiva diffusione, ci sembra necessario chiedersi quale sia il reale impatto di questa tipologia di benefit. E ci sembra utile domandarsi quanto i fringe possano contribuire alla creazione di un welfare efficace, in grado di rispondere alle reali esigenze di lavoratori e lavoratrici.

Non c’è dubbio che i fringe benefit siano un importante strumento per contribuire in modo concreto, diretto e immediato al “benessere” economico del lavoratore, ma in che misura possono generare un impatto che va oltre l’interesse della singola persona?

I fringe benefit possono essere un’opportunità per l’economia di prossimità?

Nella maggior parte dei casi i fringe benefit sono spesi attraverso piattaforme online o nella grande distribuzione. Questo inevitabilmente esclude le piccole attività commerciali e tutta l’economia di prossimità che rappresentano una risorsa per tanti territori e per tante famiglie. Così si rischia di far venir meno una parte importante dello spirito del welfare aziendale: quello che punta a creare benessere non solo per il singolo dipendente, ma anche per la comunità in cui vive e lavora.

In realtà, sfruttando la tecnologia e alcune opportunità messe a disposizione dalla normativa, i fringe possono diventare un elemento utile per coinvolgere i territori e valorizzare i piccoli negozi e le reti ad essi connesse.

Un esempio che testimonia la fattibilità e la possibilità di orientare questi strumenti in un’ottica territoriale è quello adottato del Consorzio NIP di Maniago, nella zona pedemontana del Friuli Venezia Giulia, che ha sviluppato il progetto “Welfare territoriale FVG”. L’obiettivo è quello di creare una rete tra le realtà industriali del territorio, che investono a vari livelli nel welfare aziendale, e gli esercenti locali; in questo modo si vuole trasformare il welfare delle imprese in un valore condiviso e una risorsa per il territorio.

Favorire lo sviluppo economico e sociale dei territori: il caso della piattaforma MarketPass

Concretamente si è realizzata una convenzione con una app Ollipay – grazie alla quale le aziende possono erogare crediti welfare ai propri dipendenti, che possono poi essere spesi esclusivamente in negozi, botteghe e attività locali convenzionate. Non sono state poste soglie minime di spesa permettendo anche piccoli acquisti quotidiani. Inoltre una particolarità interessante è che sono le imprese e i lavoratori stessi a segnalare gli esercenti da convenzionare offrendo quindi la possibilità di creare un sistema costruito su misura partendo dalle esigenze del territorio.

I numeri del progetto Welfare territoriale FVG

Grazie a un lavoro di coinvolgimento attivo delle imprese e di comunicazione, il Consorzio NIP è riuscito a coinvolgere nel progetto 48 imprese. Si tratta di un numero importante dato che, alla partenza del progetto (cioè alla fine del 2023) vi erano solamente 8 aziende interessate.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Inoltre, sono state convenzionate oltre 125 attività commerciali e fornitori di servizi locali come edicole, panifici, alimentari e simili. Grazie alla creazione di questo “circuito” gli oltre 1.500 dipendenti utilizzatori di welfare aziendale hanno potuto spendere nel 2024 più di 729.000 euro in beni e servizi all’interno di questi piccoli esercenti, mantenendo nei fatti le risorse all’interno del circuito economico locale.

Questo modello pensato e costruito a misura di territorio sembra che stia funzionando, impattando positivamente a vari livelli. Ad avere benefici, infatti, sono sia i lavoratori, che hanno maggiore spendibilità per il loro welfare, sia i commercianti locali che vedono nei fringe benefit uno strumento per incrementare il loro fatturato. Ma anche le stesse imprese, che possono mettere in luce il proprio impegno per il territorio in cui operano.

È giusto però mettere in chiaro che questi risultati sono state raggiunti grazie alla presenza di un attore che per il territorio di riferimento è strategico: il Consorzio NIP. Questo consorzio ha fatto un profondo lavoro di ingaggio delle imprese ed ha proposto una soluzione innovativa per coinvolgere attivamente il territorio. Inoltre si è adoperato per creare e tenere insieme una rete di fornitori locali che altrimenti non sarebbe mai riuscita a mettere insieme le forze.

Per realizzare soluzioni di welfare aziendale in grado di “agganciarsi” al territorio è infatti necessario che a livello locale vi siano soggetti proattivi, capaci di favorire la creazione di reti e, al tempo stesso, di farsi carico della promozione di innovazioni per le aziende. In altre parole, servono attori che, indipendentemente dalla loro natura, siano disponibili a sperimentare novità e, soprattutto, supportino le aggregazione sui territori. È infatti con la cooperazione e la coesione che si innova veramente e si riesce ad affrontare le sfide della complessità.

 

Foto di copertina: Matej Bizjak, Pexels.com





Source link

Aste immobiliari

l’occasione giusta per il tuo investimento.

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Trasforma il tuo sogno in realtà

partecipa alle aste immobiliari.