Investi nel futuro

scopri le aste immobiliari

 

Papa Leone: “Solidarietà ai giornalisti incarcerati, penso anche a chi racconta la guerra a costo della vita”


Roma, 13 mag. (Adnkronos) – Elly Schlein continua a battere sulla sanità mentre Giuseppe Conte punta sul riarmo. Avs chiede una risposta su Gaza mentre Italia Viva vuole sapere quale riforme in ambito economico siano allo studio del governo. Azione si concentra su competitività tra strategie su automotive e energia, nucleare compreso. Ci sarebbe stato anche il referendum e l’astensionismo nel ‘carnet’ delle interrogazioni a Giorgia Meloni domani al premier time a Montecitorio. Riccardo Magi di Più Europa era pronto a ricordare alla presidente del Consiglio quando nel 2016 e nel 2022 “attaccava con forza i governi dell’epoca per aver fatto calare una cappa di silenzio sui referendum”. Il regolamento Camera però ha escluso Più Europa, componente del Misto.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

PD ATTACCA SU SANITA’, ‘SIAMO A PUNTO DI NON RITORNO’ – “Il Servizio Sanitario Nazionale è prossimo al punto di non ritorno: liste di attesa infinite, il personale allo stremo sottoposto a turni massacranti e in fuga verso l’estero e il privato; mancano 65.000 infermieri e 30.000 medici; crescenti diseguaglianze territoriale e un aumento della mobilità sanitaria tra Sud e Nord”. E’ quanto si legge nella premessa dell’interrogazione del Pd domani alla premier Meloni. I dem portano una serie di dati a conferma della situazione in cui versa la sanità pubblica. “Secondo l’Istat nel 2023 4,48 milioni di persone hanno rinunciato a visite specialistiche o esami diagnostici per lunghi tempi di attesa, difficoltà di accesso di cui 2,5 milioni di persone per motivi economici, quasi 600.000 in più dell’anno precedente”.

A cui si accompagnano tagli crescenti: “La spesa pro capite italiana è più bassa rispetto alla Germania del 53%, rispetto alla Francia del 42%”. Ed inoltre, ricordano i dem, il piano straordinario di assunzioni di 30.000 medici e infermieri “è rimasto solo sulla carta” così come il dl liste attesa non ha dato frutti: “era privo di nuove risorse e fortemente punitivo verso le Regioni che infatti lo contestano”. Alla luce di tutto questo, il Pd chiede “quali misure urgenti il governo intenda adottare affinché il Ssn non sia smantellato e sia assicurato a tutti il diritto alla salute come sancito dall’articolo 32 della nostra Costituzione”.

M5S E LE ARMI, ‘MELONI NON SOSTENGA REARM UE’ – Sarà il piano Rearm Eu al centro dell’interrogazione di Conte alla premier Meloni: l’Italia intende sostenerlo o puntare su un piano di rilancio dell’economia? “Nei Consigli europei del 6, 20 e 21 marzo scorso è stato approvato il pacchetto da 800 miliardi di euro”, ricordano i 5 Stelle facendo presente come “una parte di tali risorse, 150 miliardi di euro, sotto forma di prestiti, genereranno nuovo debito pubblico, mentre la restante parte dei finanziamenti, circa 650 miliardi, previsti da Rearm, graverebbe sui bilanci nazionali degli Stati membri, venendo però esclusa dal calcolo del deficit/Pil”, una deroga che “avvantaggerebbe la Germania in primis, che ha una significativa capacità fiscale”.

Secondo i 5 Stelle “all’Italia e all’Europa, piuttosto che la soluzione prospettata da Rearm Eu servirebbe un piano di rilancio e sostegno agli investimenti che promuovano la competitività, gli obiettivi a lungo termine e le priorità politiche dell’Unione europea quali: spesa sanitaria, sostegno alle filiere produttive e industriali, incentivi all’occupazione, istruzione, investimenti green e beni pubblici europei, per rendere l’economia dell’Unione più equa, competitiva, sicura e sostenibile”. Inoltre la “possibilità di reindirizzare i fondi della politica di coesione verso le spese relative alla difesa, prospettata nel Piano di Riarmo, significherebbe distogliere tali fondi dalla finalità del rafforzamento della coesione economico e sociale”.

Quindi si chiede al governo “se ritenga – ai fini di recuperare i valori fondanti dell’Unione europea – di non proseguire nel sostegno al piano di riarmo europeo ‘ReArm Europe/Readiness 2030’, facendosi promotore invece di un piano di rilancio e sostegno agli investimenti che favorisca la competitività, gli obiettivi a lungo termine e le priorità politiche dell’Unione a partire dalla spesa sanitaria, dal sostegno alle filiere produttive dall’occupazione, dall’istruzione, per rendere l’economia dell’Unione più equa, competitiva, sicura e sostenibile”.

Microcredito

per le aziende

 

AVS E GAZA, ‘MELONI CONDANNA NETANYAHU?’ – Per Avs interverrà domani in aula Angelo Bonelli e sarà la posizione del governo italiano nei confronti di Netanyahu al centro dell’interrogazione in cui si chiede se il governo “intenda condannare l’operato di Netanyahu, anche richiamando l’ambasciatore italiano in Israele”. Per Avs “i feroci attacchi terroristici di Hamas contro inermi cittadini israeliani del 7 ottobre 2023, che abbiamo condannato, hanno innescato una spirale di inaudita violenza nella striscia di Gaza con ospedali, campi profughi , scuole bombardate e medici e paramedici giustiziati dall’esercito israeliano a sangue freddo”.

“Secondo Save the Children, oltre il 93% dei bambini di Gaza, circa 930.000, sono a rischio critico di carestia”. La “fame -sottolinea Avs- come metodo di guerra, è severamente vietata dal diritto internazionale ed è considerata un crimine di guerra. Anche negare l’assistenza umanitaria costituisce una violazione del diritto internazionale umanitario”. Quindi, “di fronte agli orrori solo in minima parte descritti, alla fame usata come strumento di guerra per annientare una popolazione, a seguito dell’annunciato piano del governo israeliano dell’occupazione di tutta la Striscia di Gaza e conseguente deportazione del popolo gazawi, e alla luce di quanto accaduto a Gaza e in Cisgiordania se oggi intenda condannare l’operato di Netanyahu, anche richiamando l’ambasciatore italiano in Israele”.

IV A MELONI, ‘DICA 3 RIFORME PER ECONOMIA’ – Italia Viva anche alla Camera, come già fatto la scorsa settimana al Senato con l’interrogazione di Matteo Renzi, continua a battere sulle riforme. O meglio sulla mancanza di riforme. “Gli ultimi dati Istate il quadro macroeconomico nazionale descrivono una situazione allarmante” e “tale contesto, fortemente condizionato dal rischio di una guerra commerciale globale e dell’imposizione di dazi statunitensi sui prodotti italiani, risulta aggravato dall’inerzia del Governo”. Dunque, si legge nell’interrogazione di Maria Elena Boschi, si chiede di sapere “quali siano le tre principali riforme in ambito economico che il Governo intende adottare per fronteggiare l’attuale congiuntura economica”.

AZIONE PUNTA SU RILANCIO COMPETITIVITA’ – Le misure per il rilancio della competitività al centro dell’interrogazione di Azione. “La competitività economica italiana è condizionata da tre fattori, che concorrono a deprimere un tasso di crescita tornato negli ultimi trimestri vicinissimo allo zero: il costo dell’energia elettrica, l’inservibilità degli incentivi per migliorare l’efficienza delle imprese e il collasso del settore automotive”. Il capogruppo Matteo Richetti chiede al governo “come intenda procedere per rimediare ai gravi problemi di competitività del sistema produttivo nazionale e alle necessità esposte in premessa, con particolare riferimento alla riduzione del costo dell’energia, al rilancio tempestivo del programma nucleare, del Piano Transizione 4.0 e al potenziamento del Fondo automotive”.

PIU’ EUROPA ESCLUSA, MAGI ‘REGOLAMENTO PERO’ NON VALE PER MELONI’ – Non ci sarà Più Europa domani al premier time. “Abbiamo appreso con rammarico che come +Europa non potremmo porre la nostra domanda alla presidente Meloni in occasione del premier time di domani perché lo faranno le Minoranze linguistiche, altra componente del gruppo Misto di cui facciamo parte”. Nessuna deroga al regolamento, lamenta Magi che chiede allora sia fatto lo stesso con Meloni: il premier time “dovrebbe tenersi due volte al mese e invece in questa legislatura si è svolto in due sole occasioni il 15 marzo del 2023 e il 24 gennaio del 2024”.

Il tema dell’interrogazione sarebbe stato quello del referendum: “Avremmo ricordato alla presidente Meloni di quando nel 2016 e nel 2022, in occasione di due tornate referendarie, attaccava con forza i governi dell’epoca per aver fatto calare una cappa di silezio sui referendum e aver scelto la data del voto per sfavorire la partecipazione popolare e invitava tutto a esercitare il proprio diritto di voto. Domani troveremo comunque il modo di chiedere a Meloni dov’è finita la sua coerenza e perché non invita i cittadini ad andare a votare i referendum l’8 e 9 giugno”.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati