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Come reagire ai dazi USA e salvaguardare il Made in Italy: l’intervista al CEO di BIportal


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Le nuove sfide dell’export: intervista a Claudio Pasqua, CEO di Biportal

In un momento in cui l’economia globale è segnata da tensioni commerciali e incertezze politiche, le piccole e medie imprese italiane si trovano ad affrontare nuove sfide sui mercati internazionali. I dazi del 20% annunciati da Donald Trump hanno riacceso il dibattito sull’export e sulla competitività del Made in Italy.

Ne parliamo con Claudio Pasqua, CEO di Biportal (www.biportal.it), azienda di Business Intelligence e Direttore di ADI – Agenzia Digitale Italiana e della rivista  Interiorissimi (nel Chi è Chi del Design Italiano), imprenditore che da anni lavora al fianco delle PMI italiane per favorirne l’internazionalizzazione e la presenza digitale sui mercati esteri. A settembre la sua rivista sarà presente come Media partner a GOInternational, La fiera dei Servizi per l’Export.

Quanto dobbiamo preoccuparci dei Dazi di Trump? 


Credo che, come ho scritto qui, le preoccupazioni siano fondate, ma non dobbiamo farci paralizzare. I dazi sono un segnale chiaro: il mondo cambia rapidamente, e chi fa impresa deve essere pronto a cambiare con lui. Non è il momento di fermarsi, ma di ripensare i modelli di business. Il Made in Italy è un brand fortissimo, ma da solo non basta. Serve strategia.

Da imprenditore, cosa suggerisce alle PMI piemontesi che oggi si trovano a dover affrontare un potenziale calo dell’export verso gli Stati Uniti?

 
In primis, non puntare tutto su un solo mercato. Il 50% delle imprese – secondo l’indagine CNA Piemonte – sta già guardando altrove, ed è la mossa giusta. Esistono enormi opportunità in Asia, America Latina, Medio Oriente. Noi con Biportal aiutiamo le aziende a individuare mercati compatibili e a costruire presenze digitali internazionali, come siti e-commerce in lingua o pagine ottimizzate per le piattaforme globali. Il digitale è una porta che apre mercati altrimenti irraggiungibili.


Molte imprese stanno pensando di aumentare i prezzi per compensare i costi. È una strada praticabile?


Sì, ma con intelligenza. Il prezzo deve essere proporzionato al valore percepito. E per farlo percepire, bisogna saper comunicare la qualità, l’artigianalità, la sostenibilità del proprio prodotto. Non si può aumentare i prezzi senza prima aver lavorato sulla brand identity. In ADI, la nostra Agenzia di Comunicazione, vediamo che i contenuti ben scritti, le foto professionali, le storie dietro ai prodotti fanno la differenza nella percezione del valore. È questo che giustifica un prezzo più alto.

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Oltre il 10% delle imprese dichiara di che dovrà ridurre la produzione. Può essere una scelta saggia?

Solo se è una scelta strategica e non una resa. Ridurre la produzione può significare focalizzarsi su nicchie ad alto margine, su prodotti su misura, o su clienti fidelizzati. Ma attenzione: serve analisi dei dati, conoscenza del proprio posizionamento e investimenti nella personalizzazione. Anche qui il digitale è fondamentale: conoscere i propri clienti attraverso le interazioni online consente di fare scelte consapevoli.

Molte imprese chiedono più supporto dalle istituzioni. Lei cosa ne pensa?


Hanno ragione. Con UNSICS Piemonte, ad esempio, stiamo facendo un ottimo lavoro di mediazione, ma il Governo e l’UE devono intervenire con rapidità. Sgravi fiscali, accesso al credito, fondi per la digitalizzazione sono urgenti. Allo stesso tempo, però, l’imprenditore non può aspettare. Deve muoversi subito, magari partecipando ai bandi, costruendo reti, affidandosi a professionisti. Il nostro portale, ad esempio, supporta le PMI anche in questo: dalla ricerca di finanziamenti alla gestione delle pratiche.


E sull’innovazione tecnologica? Molti la citano, ma pochi sanno da dove iniziare.

 
L’innovazione non è un lusso, è una necessità. Ma bisogna smettere di pensare che significhi solo robot e intelligenza artificiale. A volte basta un buon sito multilingua, un CRM, un software gestionale. Avere processi digitalizzati vuol dire risparmiare tempo e denaro. Il Piano Transizione 4.0 offre incentivi importanti, ma bisogna conoscerli. Noi di Biportal aiutiamo anche in questo: tradurre la tecnologia in soluzioni concrete per l’artigiano o la piccola impresa. Senza dimenticare che ormai l’Intelligenza Artificiale non è più un optional. Dati recenti suggeriscono che oltre un terzo (35%) delle aziende utilizza l’intelligenza artificiale per migliorare la produzione e la vendita.

Il Made in Italy resta un punto di forza. Come si può valorizzare ancora di più?

 
Il Made in Italy ha bisogno di comunicare meglio.  Il nostro artigianato, il nostro cibo, la nostra moda non sono solo prodotti: sono cultura. Raccontare questa unicità è fondamentale, soprattutto all’estero. E qui entrano in gioco strumenti come video, storytelling sui social, collaborazioni con influencer. Partecipare a eventi come la Giornata del Made in o certificare i propri prodotti aiuta a rafforzare la reputazione. E la reputazione, oggi, è moneta.

Parliamo di gestione finanziaria. Cosa può fare concretamente una PMI per proteggersi?

 
Serve liquidità e visione. Oggi ci sono strumenti come la “rottamazione quinquies”, i fondi del PNRR, le garanzie statali. Ma spesso non si sa come accedervi. È qui che la consulenza giusta fa la differenza. Il mio consiglio? Fare una diagnosi finanziaria dell’impresa e usare strumenti digitali per tenerla sotto controllo. Biportal lavora anche in questo campo: forniamo piattaforme e partner per monitorare flussi, credito, fornitori. In tempi incerti, la gestione finanziaria è il primo salvagente.

 
Un ultimo consiglio per chi oggi sente solo incertezza?

 
Vi capisco, sono un imprenditore anch’io. E so cosa significa perdere il sonno per un cliente che ritarda un pagamento o per una fattura che non si incassa. Ma ho imparato una cosa: l’inerzia è il vero nemico. Il mondo cambia, e noi dobbiamo cambiare con lui. Non siamo soli: ci sono strumenti, reti, alleanze. Biportal nasce proprio per questo, per dare alle imprese strumenti pratici e accessibili. Oggi non serve essere grandi, ma essere agili, connessi e informati.

Io rimango sempre ottimista: ogni crisi è anche una opportunità di crescita, se sappiamo come affrontarla.

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